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orlandi pietro video

Ospite di “Atlantide”, il fratello di Emanuela Orlandi ha risposto alle critiche del Cardinal Parolin: “Massima disponibilità alle indagini”

Continua a far discutere l’audio che accuserebbe Papa Wojtyla in relazione alla scomparsa di Emanuela Orlandi e ai presunti abusi sessuali che si sarebbero consumati all’interno del Vaticano. Di questo e molto altro si è parlato durante la trasmissione televisiva di La7Atlantide”, condotta dal giornalista Andrea Purgatori. Secondo le ricostruzioni, tutto sarebbe iniziato nel mese di dicembre 2022, quando il giornalista e fondatore del blog “Notte Criminale”, Alessandro Ambrosini, ha rivelato l’esistenza di alcuni nastri registrati nel 2009. La voce presente all’interno dei nastri - come ha confermato lo stesso Ambrosini - sarebbe quella di Marcello Neroni: sodale del boss della Banda della Magliana, Renato De Pedis. Tra le dichiarazioni rese da Neroni al giornalista Ambrosini, oltre al racconto di personaggi che avrebbero partecipato agli eventi che hanno segnato negativamente la storia italiana degli anni ‘90, anche la decisione maturata in seno al Vaticano di chiedere a De Pedis di rapire Emanuela Orlandi nel tentativo di occultare uno scandalo sessuale che avrebbe travolto in maniera irreversibile la reputazione della Santa Sede.


purgatori orlandi la7


Quando è diventata una cosa che ormai era diventata una schifezza, il segretario di Stato ha deciso di intervenire. Ma non dicendo a Wojtyla ora le tolgo da mezzo. Si è rivolto a chi? Lui essendo esperto del carcere perché faceva il cappellano al riformatorio, si è rivolto ai cappellani del carcere. Uno era calabrese, un altro un furbacchione. Un certo Luigi, un certo padre Pietro: non hanno fatto altro che chiamare De Pedis e gli hanno detto sta succedendo questo, ci puoi dare una mano? Punto. Il resto so tutte ca**ate”.
Queste alcune delle parole presenti sul nastro che sono state ascoltate durante la trasmissione di La7. Subito dopo, Ambrosini, il giornalista che ha eseguito la registrazione, ha detto: “L’audio proviene da un incontro che si è svolto all’interno di una villetta in periferia di Roma. L’intervista a Marcello Neroni è stata fatta per avere un quadro della situazione romana durante il periodo della Banda della Magliana. Durante questa conversazione sono fuoriuscite tre ore di argomenti vari, anche abbastanza pesanti e, tra questi, anche il discorso di Emanuela Orlandi. Neroni, non è un personaggio a caso - ha precisato Ambrosini - ma il nodo tra il mondo di sotto e il mondo di mezzo. Non ha detto cose a caso, è stato specifico”.


sgro laura la7


Il commento di Pietro Orlandi e Laura Sgrò
Secondo me Neroni è una persona da ascoltare perché ha detto delle cose gravissime” ha detto Pietro Orlandi commentando le parole registrate sul nastro. “Sono dichiarazioni gravissime non solo per la memoria di Giovanni Paolo II ma anche per mia sorella - ha precisato Orlandi -. Quando le ho ascoltate ho provato molto dolore. Per questo motivo ribadisco che per me è stato un dovere consegnare quel nastro e aiutare le indagini oltre che la ricerca della verità”. Pietro Orlandi ha anche ribadito la sua posizione e quella del suo legale, l'avvocato Laura Sgrò, di “assoluta collaborazione” nei confronti delle indagini relative alla scomparsa di sua sorella Emanuela. La precisazione di Orlandi e dell’avvocato Sgrò che ha ribadito: “Pietro Orlandi è a completa disposizione per chiarire quello che potrebbe essere mancato durante l’incontro avvenuto con il Promotore di Giustizia del Vaticano, il professor Alessandro Diddi”, arriva dopo le critiche espresse dal Segretario di Stato del Vaticano, Pietro Parolin, che avrebbe registrato reticenza da parte di Orlandi.  “Io ho sempre offerto la massima disponibilità nelle indagini - ha precisato Orlandi durante la trasmissione di LA7 -. Mi dispiace sentire da parte del Cardinale Parolin che abbiamo fatto un passo indietro. Sicuramente qualcuno lo ha informato in maniera errata perché non è così”.
Presente in studio anche l’ex magistrato Giancarlo Capaldo, l’ultimo ad occuparsi del caso Orlandi prima dell’archiviazione avvenuta con l’attuale Presidente del Tribunale della Città del Vaticano, Giuseppe Pignatone. Ricordando la misteriosa telefonata ricevuta dal Cardinale Agostino Casaroli dal sig.158, Capaldo, ha detto: “Questa telefonata, dopo tutti questi anni, dimostra con forza quello che è stato sempre sostenuto: la scarsa collaborazione del Vaticano alle indagini della magistratura italiana sul caso Orlandi. Il meccanismo della telefonata con il ‘numero’ e la sparizione del contenuto della telefonata, dimostrano la trattativa portata avanti dal Vaticano.” - prosegue - “Oggi sembra che il clima sia cambiato - ha sottolineato Capaldo -. Spero che la disponibilità di Papa Francesco porti alla collaborazione del Vaticano”.


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Infine, l’ex magistrato Capaldo ha anche ricordato il momento in cui due esponenti della Gendarmeria del Vaticano, Domenico Giani e Alessandro Costanzo, si avvicinano al dott. Capaldo per formulare una richiesta: “La collaborazione della magistratura italiana per aprire la tomba di Renato De Pedis” e dissipare - secondo le intenzioni dei due gendarmi - i dubbi in seno all’opinione pubblica relativi ad un collegamento tra De Pedis, il Vaticano ed Emanuela Orlandi. Una circostanza favorita “dall’ipotesi che il corpo di Emanuela si trovasse all’interno della tomba di De Pedis”. Circostanza che ha anche visto i Gendarmi avanzare l’ipotesi di poter collaborare “nel trovare elementi che avrebbero aiutato a capire quanto successo ad Emanuela, fino a  trovarne i resti”.

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