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L’ex magistrato commenta alla stampa la scelta di Urbano Cairo di chiudere la trasmissione su La7

Sono stupito e inquieto per questa chiusura. Giletti può piacere e non piacere, ma la sua trasmissione rappresentava una voce libera e indipendente nella quale si dava spazio alle opinioni diverse. E negli ultimi tempi con coraggio si è occupato di Matteo Messina Denaro, della sua latitanza, i rapporti con i centri di potere occulto e tanti processi e vicende che riguardano la mafia”. Così l’ex magistrato Antonio Ingroia davanti agli studi rai, in un video sul suo canale YouTube “Giustizia Tv”, sulla inaspettata chiusura della trasmissione “Non è l’Arena” condotta da Massimo Giletti su La7. “Questa forma di chiusura brutale e improvvisa della trasmissione - oltre a provocare innumerevoli licenziamenti - determina la chiusura di una voce libera. Da domani ci sarà meno libertà di stampa e meno diritto di cronaca. Insomma, la scelta di Cairo non la ritengo in linea con i principi di democrazia, libertà e costituzione”.
Il patron dell’emittente, Urbano Cairo, ha fatto sapere che Giletti ha avuto totale libertà nel canale televisivo, anche sulla mafia. Cairo ha così voluto smentire le ipotesi, rilanciate dalla stampa, che siano stati gli argomenti trattati nella trasmissione a determinare la scelta. Il conduttore ha fatto sapere che la verità verrà fuori a tempo debito, ma, intanto, ha spiegato che "l'Italia non è pronta ad ascoltare certe verità”. Per l'ex pm Ingroia (spesso ospite del programma), intervenuto ieri a “Un Giorno da Pecora”, su Rai Radio1 -, la chiusura della trasmissione è dovuta al fatto che Giletti "si è spinto troppo in avanti rispetto a quello che si aspettava il suo editore". “Oltre a dispiacermi perché domenica sarei stato ospite della trasmissione per parlare di Campobello di Mazara e di Matteo Messina Denaro, la scelta di Cairo lascia qualche interrogativo - ha detto Ingroia durante ad un convegno avvenuto ieri sera a Sperlonga (LT). Questa domenica, la trasmissione di Giletti - ha detto Ingroia in Radio - avrebbe dovuto parlare anche dell'ex senatore D'Alì e di Dell'Utri.


Il fatto che un editore come Cairo, al quale dovrebbero interessare i risultati sull’audience, chiuda una trasmissione senza apparente motivo - anche se erano in circolazioni voci di una perquisizione ai danni di Giletti per l’intervista che fece a Baiardo, rivelatasi poi essere una notizia falsa - fa riflettere. Come fa riflettere il fatto che la prima voce circolata faceva presupporre che il programma era stato chiuso perché la magistratura stava indagando. Una notizia falsa, appunto”. Sul motivo della rottura tra Cairo e Giletti non è stata data ancora nessuna spiegazione ufficiale. “Solo Cairo lo sa - ha continuato Ingroia ieri sera - e speriamo che lo comunichi quanto prima. Magari qualche sponsor della trasmissione ha minacciato di ritirare l’impegnò pubblicitario perché Giletti può aver dato fastidio. Al di là delle opinioni personali e di gusto, è un dato oggettivo che Giletti nell’ultimo anno si era dedicato a inchieste su Matteo Messina Denaro, le complicità dietro la latitanza del boss, aveva parlato della Trattativa Stato-mafia, aveva affrontato alcuni misteri come la famosa mancata perquisizione del covo di Riina e altro. Insomma, ombre che orbitano attorno alla mafia ma che non appartengono alla mafia in sé. Fanno parte del mondo grigio composto da soggetti di Stato. Giletti ha anche parlato di uomini politici condannati per mafia, tra cui un ex segretario del Ministero dell’Interno, ovvero il senatore D’Alì che risulta collegato a Matteo Messina Denaro e quell’entourage che si è trovato a fare il viceministro dell’Interno: un ruolo cruciale in cui si decidono le politiche di sicurezza e antimafia del Paese. Fino a quando Giletti si occupava dei festini a luci rosse nessuno si preoccupava della sua trasmissione, mentre adesso che si occupa di questi temi la sua trasmissione viene chiusa. Questa è una conferma che noi siamo in una situazione in cui l’informazione è sempre più blindata. Pur con i suoi limiti ‘Non è l’Arena’ era una trasmissione che dava spazio a temi importanti. Quindi da domani saremo con minore libertà di informazione”.
(15-04-2023)

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