Gip riduce richiesta accusa e non dispone misure per altri 2
Tre mesi di sospensione per Alberto Zanobini (in foto), direttore generale dell'Azienda ospedaliera universitaria Meyer di Firenze. Questa la misura interdittiva disposta dal gip di Firenze nell'ambito dell'inchiesta della procura fiorentina su presunti concorsi universitari truccati a Firenze. La procura aveva chiesto una misura interdittiva della durata di un anno. Il gip ha invece rigettato la richiesta di interdizione avanzata dalla procura per Paolo Bonanni, direttore del dipartimento di scienze della salute dell'Università di Firenze e della professoressa Chiara Azzari. I reati ipotizzati nell'inchiesta sono corruzione e abuso d'ufficio, ruotanti attorno alla presunta gestione illecita di concorsi per professore universitario. Al centro dell'inchiesta sui concorsi pilotati c'è anche un presunto accordo per "cofinanziare la posizione di professore ordinario nel settore di Pediatria Generale, specialistica e neuropsichiatria infantile funzionale a far progredire in carriera una professoressa associata, già in servizio all'ateneo fiorentino". Ognuno, secondo la procura, avrebbe avuto un ruolo: Zanobini, "il pubblico ufficiale corrotto e proponente l'accordo", Bonanni, il "corruttore" e Azzari, "quale presidente della commissione del concorso per professore ordinario di pediatria in veste di istigatrice, intermediaria e garante dell'accordo corruttivo". Per il giudice, gli elementi emersi dalle indagini condotte dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dal pm Antonino Nastasi in merito all'accusa di corruzione "sono sufficienti a ritenere provato che il direttore del Meyer abbia acconsentito a cofinanziare un posto di professore ordinario nel settore senza averne un attuale interesse. In cambio, avrebbe accettato la promessa di bandizione di un posto di ricercatore di tipo A nel settore della pediatria". Zanobini, secondo il giudice, avrebbe "sistematicamente eluso o scavalcato" ogni regola sulla decisione per la formazione degli organici. "Condotte - secondo il gip - tenute per anni con particolare tenacia e determinazione". Per questo c'è il rischio che possa "continuare a eludere la legge e quindi nuovamente commettere reati della stessa natura". La misura spiega il gip, "è diretta a impedire" lo svolgimento di uno specifico ufficio e "non ha alcun significato sanzionatorio ma ha esclusivamente funzione preventiva".
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