Le minacce sarebbero arrivate dopo la denuncia sulle operazioni di brillamento sul costone roccioso del Mingardo
“Prendi del tritolo e fatti saltare in aria. L’assenza non mancherà a nessuno”. Queste le parole che sono state rivolte a Dario Vassallo (in foto), fratello del “sindaco pescatore” Angelo Vassallo ucciso dalla Camorra nel 2010. Le minacce sarebbero arrivate in seguito alla decisione di denunciare al Ministero della Cultura, dell'ambiente e all’Unesco, il danno ambientale che avrebbero causato le operazioni di brillamento eseguite sul costone roccioso che si trova lungo strada del Mingardo, a Marina di Camerota.
In risposta alle minacce subite - ha reso noto “Il Mattino” - Vassallo ha denunciato l’accaduto al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, al ministro della difesa, Guido Crosetto, al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, alla procura di Vallo della Lucania, alla procura antimafia di Salerno, al comando generale dei Carabinieri e, infine, con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook: “In questi giorni sono stato minacciato da più persone con messaggi del tipo: ‘Prendi del tritolo e fatti saltare in aria. L’assenza non mancherà a nessuno’ - ha scritto Dario Vassallo -. Uno dei tanti messaggi che mi sono stati indirizzati dopo la mobilitazione della ‘Fondazione Angelo Vassallo sindaco pescatore’ a seguito delle operazioni di brillamento del costone roccioso del Mingardo, in Cilento. Noi diciamo no alla Mafia e al pensiero mafioso”.
Spiegando i motivi che lo hanno spinto a denunciare quello che stava accadendo in un luogo che lui stesso ha definito “unico al mondo e di interesse comunitario”, Vassallo ha anche precisato di aver “sottoposto alla magistratura e alle forze dell’ordine le parole espresse in un audio fatto circolare da un sindaco”. Si tratterebbe - ha ribadito Vassallo - di una vera e propria “istigazione che ha promosso l'invio di messaggi e commenti social violenti, scritti da individui che hanno accolto e concretizzato l’invito contro di me”. Ricordando l’evento che ha anticipato la morte di suo fratello Angelo, Dario Vassallo ha detto: “Ricordo che, anni fa, un sindaco del Cilento fece affiggere sulle mura di diversi paesi manifesti funebri che riguardavano l'operato del sindaco Angelo Vassallo. Essi riportavano la scritta: una grande onda ha travolto il sindaco di Pollica. Dopo pochi anni da quell’episodio, il sindaco Vassallo e lo Stato venivano uccisi e la democrazia travolta. Vogliamo riportare le lancette del tempo indietro al 5 settembre 2010 e far ripetere una scena già vissuta? Le parole presenti nell’audio, se male interpretate, possono diventare pericolose per la mia incolumità - ha spiegato Dario Vassallo -. Io però non ho paura e continuo a battermi per estirpare dalla società questa radice cattiva e infestante del pensiero mafioso”.
Foto © Imagoeconomica
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