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Un misterioso fatto, probabilmente a scopo intimidatorio, è avvenuto ieri pomeriggio a Catania: una donna, legata ad un pentito di mafia del clan di Adrano, è stata avvicinata da alcune persone che le hanno lanciato in faccia del solvente. L'episodio è avvenuto nella zona della stazione ferroviaria di Catania. La vittima secondo la ricostruzione della stessa donna, stava passeggiando in via D'Amico quando ha sentito il nome "Giarrizzo" e poi ha visto un uomo che a bordo della vettura teneva in mano qualcosa che le ha lanciato sul viso avvertendo un bruciore. Immediatamente sono stati allertati i soccorsi: è stata medicata al Cannizzaro e dimessa con una prognosi di sette giorni. Sentita dalla polizia ha dichiarato di aver avuto in passato dei contatti con il collaboratore di giustizia Salvatore Giarrizzo. L'ex reggente del clan Scalisi di Adrano - arrestato nel 2020 nel blitz 'The King' - ha subito in passato delle ritorsioni. Sul fatto indaga la squadra mobile della questura di Catania.
Il capomafia Salvatore Giarrizzo è stato per anni, sino al suo arresto, avvenuto nel 2020, il reggente del clan mafioso Scalisi di Adrano. La manette ai suoi polsi scattarono nell'ambito dell'operazione 'The King'. Subito dopo iniziò a collaborare con la giustizia: il 17 febbraio del 2021 è stato incendiato un camion per la vendita di panini di un suo familiare e che era stato in uso. Da intercettazioni disposte dalla Dda della Procura di Catania erano emersi, nell'ambito dell'inchiesta Triade del marzo 2021, dei progetti di vendetta della cosca nei confronti del pentito e dei suoi familiari. Le indagini del commissariato di Adrano e della squadra mobile di Catania, secondo la Dda etnea, fecero emergere il "forte disappunto tra gli affiliati al clan Scalisi", per la collaborazione con la giustizia di Salvatore Giarrizzo, avviata nell'estate del 2020, tanto da "progettare atti intimidatori nei suoi confronti e della sua famiglia, finalizzati a fargli ritrattare le dichiarazioni rese nei confronti degli ex compagni e di appartenenti ad altri gruppi mafiosi".

Fonte: Agi 

Foto © Imagoeconomica

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