Clp: “Vulnus giurisprudenziale volto ad impedire la formazione di una verità giudiziaria”
Si è aperto davanti alla Corte d'assise di Trento il filone principale del processo scaturito dall'indagine "Perfido", sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta nel settore del porfido in Trentino. La Corte, presieduta dal giudice Carlo Busato, ha rigettato la richiesta degli avvocati difensori di svolgere l'udienza a porte chiuse e ha ammesso la richiesta di costituzione di parte civile, unicamente sui reati di nuova contestazione, della presidenza del Consiglio dei ministri e di Arci del Trentino. Degli undici imputati, in otto hanno chiesto il rito abbreviato, condizionato all'audizione di una trentina di testimoni. Due imputati hanno chiesto il patteggiamento (da definire con la Procura), mentre uno andrà al dibattimento davanti al Tribunale in composizione collegiale. Le prossime udienze per l'audizione dei testimoni sono fissate per fine marzo. Il Coordinamento Lavoratori del Porfido, in una nota, si è rivolta ai cittadini richiamando l'attenzione sulle "vicende giudiziarie relative all’indagine 'Perfido' sulla ‘Ndrangheta in Trentino": "Dovrebbero preoccuparci tutti - si legge - in quanto costituiscono un palese vulnus giurisprudenziale volto ad impedire la formazione di una verità giudiziaria mediante un pubblico dibattimento.
Questo col fine evidente di evitare che vengano alla luce vicende e personaggi che si muovono sullo sfondo dell’inchiesta condotta dai Carabinieri del ROS. Vicende, personaggi e soprattutto interessi che sono ricollegabili a gran parte delle scelte fatte e soprattutto da farsi, da parte dei decisori politici, che determineranno il futuro della nostra provincia e dei cittadini che vi risiedono.
Innanzitutto per questo motivo riteniamo necessario mobilitarsi affinché l’operato della Magistratura venga posto sotto i riflettori. Riteniamo sia importante che, attraverso l’indagine e il processo “Perfido”, i cittadini trentini possano conoscere uno spaccato della geografia dei poteri forti che si muovono tra lecito e illecito dietro le quinte. Questo al di là delle condanne o delle assoluzioni, consapevoli che quella giudiziaria costituisce solo una parte e non certo poco importante della 'verità'".
"Per questi motivi ci rivolgiamo ad ogni cittadino sinceramente democratico e antifascista, ai gruppi, comitati e associazioni oggi impegnati a contrastare scelte potenzialmente disastrose per il futuro dei cittadini trentini e del loro ambiente di vita", conclude la nota.
Foto © Imagoeconomica
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