Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

"La cattura di Messina Denaro? Non mi sento di partecipare all'euforia dell'arresto, non c'è pentimento, non c'è volontà di collaborare con la giustizia". L'ha detto Salvatore Borsellino, fratello minore del magistrato Paolo ucciso nella strage di mafia di via D'Amelio nel 1992. "Sono grato alle forze dell'ordine, che finalmente hanno catturato quest'elemento dopo anni di latitanza, ma non posso definirlo un successo dello Stato", ha detto Borsellino che ha preso la parola, in streaming, all'incontro 'Sicurezza e legalità', organizzato dal Movimento delle Agende Rosse - gruppo 'Falcone, Borsellino' della Liguria. Rivolgendosi ai 2000 studenti accorsi al Teatro Carlo Felice, il fratello del magistrato ucciso ha detto: "Una cattura che avviene dopo 30 anni non chiamiamola un successo. E' una sconfitta; è impossibile e incredibile che succeda questo. Impossibile che queste latitanze durino decenni. È soltanto quando c'è qualcuno pronto a prendere il posto di questi padrini che vengono catturati".

Angelo Corbo: “Messina Denaro? Suo arresto non significa che mafia è finita”
Circa il 40% dei sequestri di cocaina avvengono nei porti liguri, e negli ultimi mesi ci sono state operazioni che hanno coinvolto anche gli scali di Savona e Vado con quantità di droga molto ingenti. In Liguria ci sono 476 beni sequestrati alla mafia, circa 130 dei quali a Genova e gli altri distribuiti in 44 comuni. Bastano questi numeri, ricordati dal presidente della commissione regionale antimafia Roberto Centi, a dare il segnale della presenza delle organizzazioni criminali, in particolare della 'Ndrangheta, in Liguria. Numeri che sono stati ricordati ai 2 mila studenti presenti al Teatro Carlo Felice. "Una Mafia che è sempre più nascosta - ha ricordato Angelo Garavaglia Fragetta, cofondatore del movimento Agende Rosse - e che, dopo le stragi del 92/93 ha cercato di nascondersi sempre più e si è mano a mano trasferita al nord". Un momento di riflessione che arriva poco dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro. "Questo è un arresto importante perché Messina Denaro è l'ultimo stragista - ha sottolineato Garavaglia Fargetta -. Staremo a vedere che cosa succede anche se io giudico ancora più importante l'arresto della sorella per ciò che può nascondere e per quello che sta emergendo". "Sicuramente cambierebbe qualcosa se lui cominciasse a parlare - aggiunge Angelo Corbo, sopravvissuto alla strage di Capaci - e raccontare cos'è successo, non solo nel 92-93 ma anche in questi trent'anni di latitanza. Fino a quando non ci racconterà questa storia sarà solo un arresto eccellente, un altro stragista arrestato, ma questo non significa che la mafia è finita. Dobbiamo sperare che si decida a parlare e raccontare chi sono i veri mandanti delle stragi".

Foto © Paolo Bassani

ARTICOLI CORRELATI

Mafia, le Agende Rosse Rita Atria di Reggio Emilia e Provincia lasciano la Consulta

La Mostra dell'Agenda Rossa Ritrovata giunge ad Acquaviva

Legalità: 400 alunni liguri incontrano Salvatore Borsellino

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos