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Si tratta di Marco Raduano, uomo di vertice del clan dei Montanari. E’ il secondo caso di evasione di boss in un mese

Marco Raduano, detto "Pallone", originario di San Giovanni Rotondo (Foggia) di 40 anni, boss del clan dei Montanari della mafia garganica è evaso dal carcere di Badu ‘e Carros a Nuoro. Il boss si è calato con le lenzuola dal braccio di massima sicurezza e si è dato alla fuga. Ora è ricercato in tutta la Sardegna con posti di blocco nelle strade principali e secondarie, nei porti e aeroporti. "Appena la Polizia penitenziaria ci ha allertato dell'evasione, intorno alle 19, abbiamo avviato il piano anticrimine in provincia di Nuoro, avvisato tutte le Questure della Sardegna e la Polizia di frontiera nei porti e negli aeroporti dell'Isola - ha dichiarato all'ANSA il questore del capoluogo barbaricino Alfonso Polverino - C'è un enorme dispiegamento di forze di Polizia e di uomini in tutta la regione, mentre la Polizia penitenziaria di Nuoro lavora sul fronte interno attraverso l'analisi di telecamere della casa circondariale e testimonianze". Raduano vanta una lunga carriera criminale e ha condanne che deve finire di scontare nel 2046 per traffico stupefacenti con aggravante di mafia, omicidio, reati contro la persona, contro il patrimonio e in materia di armi e stupefacenti. Era in regime di alta sicurezza 3. Il 3 febbraio scorso gli era stata notificata una condanna diventata definitiva a 19 anni di reclusione, più tre anni di libertà vigilata, perché il ricorso in Cassazione era stato dichiarato inammissibile. Si tratta di una condanna legata alla maxi operazione antimafia 'Neve di Marzo', coordinata dalla Dda di Bari e ad ottobre del 2019 a Vieste quando fu sgominata un'associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, aggravato dal metodo mafioso, che utilizzava anche armi da guerra. Il carcere di Badu 'e Carros è una prigione di massima sicurezza dove sono rinchiusi diversi terroristi e mafiosi e da cui nessuno è mai evaso. Ci si interroga su come sia potuto succedere che un detenuto del braccio di sicurezza abbia trovato le porte aperte tanto da riuscire a scappare. E ci sono dubbi sull'orario della fuga: la Polizia penitenziaria ha dato l'allarme intorno alle 19 ma l'evasione potrebbe risalire a qualche ora prima. A darne la notizia alcune organizzazioni sindacali che rilanciano l'ennesimo allarme per le scarse condizioni di sicurezza in cui lavorano gli agenti di polizia penitenziaria. "Questa evasione nel disastrato sistema carcerario, è l'ennesima conferma dell'inadeguatezza, anche dello speciale circuito definito ad alta sicurezza - denuncia Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria - Un fatto che provoca come effetto collaterale l'inflazione della restrizione al carcere duro del 41-bis. Abbiamo organici della Polizia penitenziaria carenti di 18mila unità, equipaggiamenti inadeguati, sistemi tecnologici ed elettronici inesistenti o non funzionanti. Questo mentre sin dall'insediamento del Governo siamo in attesa di essere convocati dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, o almeno dal sottosegretario Andrea Delmastro delle Vedove, che sembra preferire le gite nei territori e gli incontri 'privati' a quelli ufficiali dei sindacati". "Non abbiamo notizie certe di come possa essere avvenuta l'evasione - afferma Giovanni Villa, segretario regionale Fns Cisl - confidiamo nelle forze dell'ordine affinché l'evaso venga catturato il prima possibile". Per il segretario generale del Sappe, Donato Capece, "quel che è successo è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezze delle carceri". Una situazione di forte allarme. "E' tempo di dichiarare lo stato di emergenza delle carceri - incalza il presidente dell'unione sindacati di polizia penitenziaria, Giuseppe Moretti - Che il sistema penitenziario italiano sia un carrozzone allo sbando è un fatto certo e bisogna che qualcuno ne prenda atto".

Intanto il livello di attenzione da parte delle forze dell'ordine nella provincia di Foggia, la zona della quale è originario Raduano, è salito. Controlli e posti di blocco stanno interessando in particolare la città di Vieste. Qui, ieri sera, sono stati fatti esplodere fuochi di artificio, presumibilmente da affiliati al clan, proprio per festeggiare l'evasione dell'uomo. L’evasione di Raduano è la seconda che avviene in nemmeno un mese da parte di mafiosi. Prima di lui, lo scorso 30 gennaio, era evaso, ma dai domiciliari, il killer di ‘Ndrangheta Massimo Sestito, poi riacciuffato dai carabinieri il 5 febbraio alla stazione Circumvesuviana di Sant'Anastasia.
La Dda di Bari ha intensificato una serie di attività investigative finalizzate alla ricerca del boss della mafia garganica Marco Raduano, evaso ieri pomeriggio dal carcere di Nuoro. Degli accertamenti si occupano i carabinieri foggiani che sono in contatto con i loro colleghi sardi. Nelle prossime ore dovrebbero esserci contatti anche tra i vertici delle due Procure. Al momento non è possibile escludere che ci possa essere stata un'attività di favoreggiamento finalizzata all'evasione con contatti tra il clan mafioso capeggiato da Raduano e criminali sardi. Questi contatti potrebbero essere nati proprio nel penitenziario di Badu 'e Carros dove potrebbe essere stata stretta un'alleanza mafiosa tra le due consorterie. Raduano viene ritenuto un criminale di "alto spessore" e il fatto che sia riuscito a fuggire durante l'ora d'aria con delle lenzuola lasciate probabilmente incustodite lascia molto perplessi gli investigatori.

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