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Il responsabile della Ong “No justice without peace” Figà-Talamanca rilasciato senza condizioni

Dopo il voto favorevole da parte del Parlamento europeo per la revoca dell’immunità per l’europarlamentare Andrea Cozzolino e per il belga Marc Tarabella, “il rischio di arresto è diventato significativo”. Lo ha ribadito il legale di Antonio Panzeri, l’avvocato Laurent Kennes, che ha anche precisato: “Presumo saranno convocati presto ma questo è del tutto indipendente dalla difesa del mio cliente e non cambia la sua situazione”.

Alle dichiarazioni dell’avvocato Kennes sono seguite anche quelle dei legali dell’europarlamentare Andrea Cozzolino: Federico Conte, Dezio Ferraro e Dimitri De Becó. Gli avvocati dell’europarlamentare campano, oltre a ribadire “l’estraneità ai fatti” da parte del loro assistito, hanno anche precisato che non intendono lasciarsi intimorire da quello che sembra essere un “clima da caccia alle streghe” e, hanno evidenziato i tempi e le modalità messe in pratica per revocare l’immunità del loro assistito. Secondo i legali si tratterebbe infatti di una procedura “avvenuta in tempi record e con un iter meramente burocratico, senza nessuna discussione sui temi e sugli interrogativi posti in commissione dall'on. Cozzolino sulla matrice e la natura dell'inchiesta”.

Respinge ogni accusa anche il legale dell'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, l’avvocato Michalis Dimitrakopuolos.

Dimitrakopuolos ha infatti parlato di “accuse false” e architettate da un "criminale" che si è pentito nel tentativo di poter ottenere la grazia. "E’ un paradosso giuridico belga che i criminali che confessano e si pentono vengano graziati - ha sottolineato l’avvocato Dimitrakopuolos - mentre, minando la presunzione d’innocenza, coloro che lottano per la loro innocenza si trovano in prigione".

Mentre Eva Kaili continua il suo periodo di detenzione, gli inquirenti cercano di esaminare eventuali coinvolgimenti sia da parte di Cozzolino che da parte di Tarabella, quest'ultimo, avrebbe ricevuto rate per un totale di circa 120mila euro. Intanto, l’avvocato Niccolò Figà-Talamanca, responsabile della Ong No justice without peace”, anche lui coinvolto nell’inchiesta Qatargate, è stato rilasciato “senza condizioni” dopo quasi due mesi di detenzione. Secondo la procura federale belga, ci sarebbero nuovi elementi che avrebbero “portato alla decisione di rimetterlo in libertà”. All'origine della decisione di liberare Figà-Talamanca, ci sarebbero, secondo fonti di stampa - ha reso noto “Fanpage” -, le parole dello stesso Panzeri agli inquirenti. L'ex parlamentare europeo, avrebbe infatti spiegato alla procura belga la totale estraneità ai fatti da parte di Niccolò Figà-Talamanca.

Fonte: Ansa

Foto originali © Imagoeconomica

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