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L’ex procuratore antimafia: “Dati elettronici sono fondamentali”

"L'Italia è arrivata 40 anni fa a configurare il reato di associazione mafiosa" tuttavia "questo reato non è sufficiente a contrastare le mafie, perché esse ormai si muovono in maniera articolata. Oggi abbiamo a che fare con le mafie degli affari che si muovono da un paese all'altro alla velocità della luce, perché grazie alle nuove tecnologie possono spostare ingenti quantità di denaro con un solo click. I dati elettronici sono fondamentali perché sono lo strumento usato oggi dalle organizzazioni mafiose per dare ordini e prendere accordi. Questi rappresentano il primo gradino rispetto alle piattaforme criptate". Così il deputato del M5S Federico Cafiero de Raho, vice presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, intervenendo a Bruxelles alla conferenza "Contrastare la criminalità in Europa", organizzato dall'europarlamentare del M5s Sabrina Pignedoli presso la sede del Parlamento europeo. "Nel 2022 - ha aggiunto - nel solo porto di Gioia Tauro sono stati sequestrate 27 tonnellate di cocaina. Questa è solo una frazione rispetto ai fiumi che arrivano nel nostro Paese. Oggi tra le mafie italiane la 'Ndrangheta è diventata la più forte, ha strutturato delle vere e proprie basi nei porti europei e nazionali e collabora con le mafie della Turchia e dell'Albania. Questi proventi vengono reinvestiti nelle società di capitali. La 'Ndrangheta si struttura soprattutto nei Paesi dove è debole la normativa di contrasto alle mafie. Per esempio il gioco online in Austria e Malta copriva un canale di riciclaggio. Quali sono i due punti fondamentali per un'efficace lotta sovranazionale alle mafie? Avere banche dati sugli appalti per contrastare le società di affari, che agiscono come cartelli e spesso fanno capo sempre alla stessa agenzia mafiosa, e la condivisione delle informazioni a livello europeo".

"Abbiamo deciso di parlare di criminalità organizzata in Europa perché pensiamo che sia molto importante vedere il fenomeno da diversi punti di vista e da diversi Paesi europei. Si tratta di un fenomeno diventato ormai transnazionale, non è più possibile negare questa evidenza. Le mafie sono presenti in tutti i Paesi dell’Ue ed è importante affrontare questo problema in modo trasversale". “Non è possibile, a volte, riuscire a reperire dati che devono essere reperiti in modo veloce, mentre per alcuni dati c’è bisogno di rogatorie e altre cose di questo tipo che rallentano le attività investigative. Su questo punto si sono fatti moltissimi passi avanti, per cui c’è un interscambio anche con la Procura europea, ma è importante continuare su questa strada per fare in modo che diverse banche dati possano collaborare tra di loro. Penso - ha concluso - ad esempio anche a quelle italiane: il catasto, l’agenzia delle entrate, l’agenzia delle dogane, sono tutte banche dati che devono avere maggiore collaborazione e interscambio".

Foto © Imagoeconomica

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