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Il Coordinamento lavoratori del porfido: “Cittadini consapevoli e non sudditi sono il vero argine all’agire mafioso”

Una delegazione del 'Coordinamento dei lavoratori del Porfido', composta da Vigilio Valentini, Evelina Molinari, Graziano Ferrari, Giorgio Negri e Walter Ferrari ha incontrato, al palazzo della Regione, i capigruppo del Consiglio provinciale.

Il Clp ha presentato un corposo documento che sintetizza la presenza della criminalità organizzata tra le cave del porfido e in cui denuncia la latitanza-complicità di troppi occhi nelle istituzioni. In primis i Comuni infarciti di conflitti di interesse e la Provincia che ha normato il settore piegarsi alla lobby dei cavatori. Nel documento si evidenziano "il grave disinteresse dimostrato da parte delle altre forze politiche, in primis il PD, che non hanno ritenuto degna di attenzione la questione relativa alla presenza della criminalità organizzata nel settore del porfido e segnatamente la grave situazione in cui versa il comune di Lona-Lases, ritenuto dalla magistratura la sede di una locale di ‘Ndrangheta". "Una grave dimostrazione di disinteresse, che è nello stesso tempo un esempio negativo, che le forze politiche assenti, danno all’intera comunità provinciale e un potenziale, quanto pericoloso, segnale di disinteresse politico e quindi di libertà d’azione per chi opera nell’area grigia del malaffare e della corruzione, humus nel quale si insedia e cresce la criminalità organizzata di stampo mafioso".

Ricordiamo che a Lona Lases, un piccolo comune montano della Val di Cembra a 12 chilometri a Nord di Trento, ricordiamo, ha preso piede il processo “Perfido” sulla presenza della ‘Ndrangheta in Trentino e che attualmente è ancora senza un sindaco. La ragione? L’ultima tornata elettorale non ha visto liste candidate. Il voto avrebbe dovuto tenersi in ottobre ma per la terza volta consecutiva non è stato possibile indire le elezioni.

Un fatto più unico che raro.

La relazione della Commissione parlamentare antimafia della XVII legislatura (presieduta dall’on. Rosy Bindi) - e che reca la data del 7 febbraio 2018 - "avrebbe dovuto attirare l’attenzione di rappresentanti politici realmente interessati alla tutela degli interessi comunitari. In essa veniva evidenziato, infatti, come 'persone in relazione con le cosche' fossero 'autori di reati economico-finanziari come la bancarotta fraudolenta nei settori dell’edilizia e dello sfruttamento delle cave di porfido, di truffe e di sfruttamento illegale di manodopera'.

La relazione è stata redatta tre anni dopo "il pestaggio e sequestro in un cantiere del porfido dell’operaio cinese Hu Xupai (2 dicembre 2014), vicenda che portò il compianto avv. Giampiero Mattei a presentare il 5 maggio 2016 un esposto-denuncia nei confronti degli stessi Carabinieri della Stazione di Albiano. Quei Carabinieri di cui, a fronte delle nostre denunce davanti ai capigruppo in Consiglio provinciale in un incontro del 3 dicembre 2014, invocava un intervento proprio l’attuale presidente Kaswalder, allora in veste di consigliere".

"Come se non bastasse - si legge nel documento - il 15 ottobre 2020, in seguito ad indagini condotte dai Carabinieri del ROS, veniva eseguita un’Ordinanza di custodia cautelare nei confronti di vari soggetti di riferimento delle cosche Serraino, Paviglianiti, Iamonte. Quanto coglieva nel segno la relazione sopra citata ce lo confermano non solo i capi d’accusa 'associazione a delinquere di stampo mafioso' e 'riduzione in schiavitù' dei lavoratori, ma anche le prime tre pesanti sentenze di condanna emesse dal Tribunale di Trento con rito abbreviato".

Il Clp ha ribadito inoltre la sua ferma decisione di chiedere la formazione di "una Commissione d’accesso per il comune di Lona-Lases in quanto andrebbero chiarite le cause della disastrosa situazione economico-finanziaria nella quale si trova. Una comunità che aveva sul proprio territorio una ricchezza come il porfido, che non può trovarsi all’improvviso senza nemmeno le risorse per il mantenimento delle strutture comunali, e in difficoltà persino a mantenere il proprio organico. Una questione sulla quale auspichiamo venga convocata una assemblea pubblica nella quale non si possono eludere le questioni poste dalla mancata fusione con Albiano, nella quale hanno giocato un ruolo importante anche condizionamenti da parte di soggetti oggi indagati o imputati".

"Se la Provincia deve intervenire per garantire il pareggio di bilancio, e quindi i servizi comunali essenziali di Lona-Lases, l’intera comunità provinciale è chiamata a vigilare! Ribadiamo pertanto la proposta avanzata nell’incontro del 18 gennaio, relativa all’invito rivolto ai rappresentanti politici presenti, a dare un chiaro segnale di attenzione, invertendo la rotta fin qui seguita. In questo senso chiediamo al presidente Kaswalder di rivolgere un invito al presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra, affinché venga a Trento, in una sede istituzionale adeguata, a presentare la Relazione della Commissione da lui presieduta riguardante la nostra provincia.

Sarebbe l’occasione per i rappresentanti politici della nostra comunità, così come per i sindaci della zona del porfido (ma non solo), di dare finalmente un segnale di attenzione al problema in grado di smuovere anche la coscienza dei cittadini, spronando le nostre comunità sulla strada di un rinnovato impegno democratico e civile. Le forze politiche democratiche devono farsi carico del risanamento civile, e non delegare alla Magistratura compiti che non le competono, cittadini consapevoli e non sudditi sono il vero argine all’agire mafioso".

Istituzione di una task force su porfido e tracciabilità
Il commissario straordinario di Lona Lases, Alberto Francini, ha annunciato che si confronterà con il Commissariato del Governo, il questore e i vertici delle forze di polizia sulla possibilità di istituire una "task force" su porfido e tracciabilità, d'intesa con il Servizio minerario della Provincia autonoma di Trento. Francini - informa una nota - ne ha parlato nel corso della prima giornata del seminario su porfido, tracciabilità e controlli sui trasporti ospitato nella sala consiliare del Comune di Lana Lases, al quale hanno partecipato carabinieri, Guardia di finanza e polizia.

Il Comune di Lona - Lases è sull'orlo del default, come riporta "Il T", Quotidiano Autonomo del Trentino Alto Adige Südtirol: la modifica alla legge provinciale di settore (la 7 del 2006) che ha trasferito dai Comuni alle Asuc la gestione delle concessioni – così come deciso dalla Giunta guidata da Maurizio Fugatti a fine dicembre in legge di bilancio – rischia di essere il colpo di grazia. A partire dall’anno prossimo, infatti, al Comune cembrano verranno meno le entrate fino ad oggi garantite dai canoni di cava. Entrate che in 20 anni sono crollate dell’80 per cento, passando dai 276 mila euro del 2021 ai 53.825 euro del 2021. Ma che per un paese di 800 anime rappresentavano comunque una risorsa.

Inoltre la pianta organica del municipio (cinque dipendenti in tutto, più il commissario) sta per perdere un altro componente: il geometra Stefano Moser.

Il commissario di Lona-Lases Alberto Francini non sembra preoccupato: "Per quest’anno non avremo problemi perché incasseremo ancora i canoni delle ultime due cave. Questi fondi verranno meno nel 2024, ma abbiamo già parlato con la Provincia che ci ha assicurato che stanzierà le risorse straordinarie necessarie. Non c’è dunque alcun rischio default", ha assicura Francini, che nelle scorse settimane ha incontrato il presidente del Consiglio delle autonomie locali Paride Gianmoena e i dirigenti della Provincia.

Di altro avviso è il Coordinamento lavoro porfido che, incontrando i capigruppo in Consiglio provinciale, è tornato a chiedere la fusione di Lona-Lases con Albiano o Fornace: 'Siamo diventati uno dei Comuni trentini più poveri', ha denunciato il Clp. E questo anche a causa di 'un’imprenditoria predatoria', alimentata da canoni irrisori che nei decenni hanno favorito i concessionari ai danni dei Comuni, e quindi delle comunità locali.

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