Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Beni del valore di circa 6 milioni di euro sono stati confiscati dai Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani nei confronti di Calogero Jonn Luppino, in passato Consigliere comunale di Campobello di Mazara. I militari hanno dato esecuzione ad un provvedimento di confisca, emesso dal Tribunale di Trapani - Sezione Misure di Prevenzione notificato anche nei confronti di altre 15 persone e 5 società, comunque riconducibili all'interessato, tuttora detenuto in carcere per associazione di tipo mafioso dopo l'arresto operato dai militari dell'Arma nel 2019. I beni confiscati sono costituiti da 10 società e relativi compendi aziendali, 6 terreni, 14 rapporti bancari, un motoveicolo, un cavallo da corsa, nonché denaro contante, titoli di credito e finanche lingotti d'oro. Luppino era stato arrestato per associazione di tipo mafioso nell'indagine "Mafiabet" che aveva permesso di monitorare la rapidissima ascesa imprenditoriale dell'uomo nel mondo delle scommesse e giochi on-line. Luppino, secondo l'accusa, dirigeva e controllava il settore economico dell'esercizio di giochi e scommesse affidando alcune delle relative agenzie ad altri associati mafiosi. La sua ascesa sarebbe stata favorita in tutto e per tutto dagli affiliati ai mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara del Vallo che obbligavano i vari esercizi commerciali del trapanese ad installare i device delle società di Luppino, pena pesanti ritorsioni. Gli esercizi che invece accettavano il monopolio facente capo a Cosa Nostra potevano godere della "protezione" dei mafiosi pronti a punire chi, tra la delinquenza comune, prendeva di mira quegli esercizi commerciali, come un bar della provincia che aveva subito un furto proprio di macchinette per giochi gestite da società legate all'imprenditore mafioso. Cosa Nostra aveva individuato il responsabile del furto e, tramite il referente mafioso di quel luogo, aveva provveduto alla punizione del presunto reo, colpevole di aver danneggiato un esercizio che già aveva pagato la protezione dell'associazione mafiosa. L'ascesa dell'imprenditore Luppino era stata sovvenzionata con cessioni di denaro ad esponenti di vertice dei mandamenti mafiosi di Mazara del Vallo e Castelvetrano, tra cui familiari del latitante Matteo Messina Denaro, nonché ad esponenti apicali dell'associazione mafiosa. Le indagini patrimoniali condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani costituiscono il completamento della più generale attività di contrasto condotta dai Carabinieri, coordinati dalla Procura Distrettuale palermitana, nei confronti del potente mandamento mafioso di Castelvetrano.

Fonte: Agi 

Foto © Imagoeconomica

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos