Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

La "linea della palma", la metafora utilizzata da Leonardo Sciascia per indicare l'espansione della Mafia e delle altre organizzazioni criminali, si sta spostando sempre più verso Nord. Lo sottolinea il generale Teo Luzi, comandante dell'Arma dei Carabinieri che, contro la mafia, peraltro, ha lottato sul campo avendo guidato il comando provinciale di Palermo negli anni più caldi. "L'incisiva azione condotta dalla Magistratura e dalle Forze di polizia e l'indubbia maturazione dell'impegno civile contro la cultura mafiosa hanno certamente depotenziato le organizzazioni criminali e Cosa Nostra in particolare. Ma i sodalizi hanno la capacità di adattarsi rapidamente ai nuovi scenari e di cogliere ogni opportunità per massimizzare i propri profitti, espandendosi sul territorio nazionale e all'estero", osserva in un'intervista al blog del giornalista Giovanni Pepi "Se è così". Un dato su tutti: "In Lombardia e nel Lazio, tra il 2020 e il 2022, i Carabinieri hanno sequestrato beni a Cosa Nostra per un valore superiore a 55 milioni di euro. Valgono molto le relazioni intessute con imprenditori, rappresentanti della pubblica amministrazione e professionisti. Queste relazioni tossiche abilitano le mafie a orientarsi nella complessità del tessuto economico, conquistando nuovi spazi d'impresa. Ovunque ci sia un'opportunità: nel Nord del Paese come all'estero". Ma il comandante dell'Arma dei carabinieri lancia anche l'allarme su un altro aspetto della questione: "Il punto è che se è vero che le mafie mirano a fare impresa, è purtroppo molto battuto anche il percorso contrario: imprese che cercano il contatto con il mondo delle mafie per acquisire condizioni di vantaggio sul mercato. Un opportunismo perverso che ci fa comprendere come, ancora oggi, il disvalore della Mafia non sia, in concreto, unanimemente accettato".

Riciclaggio: Dia, in Toscana 8.206 segnalazioni nel 2021
Nel 2021 sono state 8.206 le segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio (+22,6% rispetto al 2020), registrate in Toscana, pari al 5,9% del totale nazionale, facendone l'ottava regione in Italia. Lo rivela il sesto rapporto sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione in Toscana, realizzato dai ricercatori della Scuola Normale Superiore di Pisa e presentato oggi a Firenze. La provincia di Firenze è la prima per numero di segnalazioni in valore assoluto (circa un terzo del totale), seguita da Prato (12%), Pisa (8,9%) e Lucca (8,3%). Gli incrementi più importanti su base annua si registrano a Pisa (+46,8%), Livorno (+38%) e Massa-Carrara (36,5%). La provincia di Prato è tra le prime province in Italia per la localizzazione delle segnalazioni (400 unità per 100.000 abitanti), al secondo posto su scala nazionale dopo Milano (441 unità). Secondo i dati della Dia, sono state 11.266 le operazioni analizzate dalla Dia perché ritenute riconducibili direttamente a fenomeni di criminalità organizzata, pari al 5,8% del totale nazionale (+88% sul 2020). Nel 2021, il numero di società destinatarie di un provvedimento interdittivo anti-mafia è stato di 29, (-15% sul 2020), ma superiore rispetto alla media registrata nel Centro-Nord (22,4). Negli ultimi due anni il numero di interdittive emesse nella regione (63 provvedimenti) è superiore a quello registrato complessivamente nei sei anni precedenti (50), facendo della Toscana la quarta regione del Centro-Nord per numero di provvedimenti prefettizi dal 2014 al 2021, con un incremento nell'ultimo triennio superiore alle regioni più attive su questo fronte di prevenzione antimafia (+106%). Nel 2022 il numero di interdittive è pari a 22 (aggiornato a settembre). Infine, il rapporto sottolinea che il quadro del rischio associato all'uso relativo del contante evidenzia forti criticità per il territorio toscano. La Toscana è l'unica regione in Italia, fatta eccezione per Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige, a presentare un rischio medio-alto e superiore in tutte le province del territorio regionale.

Fonte: ANSA

Foto © Deb Photo

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos