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"Far vedere le conseguenze sulla vita familiare dei congiunti" delle vittime delle stragi e dei crimini della Mafia “è il modo per far toccare con mano l'orrore di quello che commette la Mafia con i crimini". Sergio Mattarella riceve al Quirinale Lamberto Giannini, Capo della Polizia - Direttore generale della Pubblica Sicurezza, con una delegazione di familiari delle vittime e superstiti delle Stragi di Capaci e di Via d’Amelio in occasione del trentennale delle stragi del '92, e assiste alla presentazione del documentario “I ragazzi delle scorte” dedicato al ricordo dei poliziotti che hanno perso la vita nel difendere Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Una riflessione, la sua, che corre sul filo del ricordo personale, un ricordo e un dolore che "nulla può coprire" perché il dolore "si protrae nel corso del tempo". "Mentre Lamberto Giannini parlava - ha detto il capo dello Stato - riflettevo che quando avvengono eventi luttuosi gravi di questo genere tutti quanti noi nel Paese pensiamo naturalmente subito alle vittime. Ma poi il pensiero prevalente è sugli effetti pubblici, sulla vita sociale. Quello di riportare l'attenzione sulle conseguenze umane, personali, dirette dei familiari, è il modo più efficace per non far perdere la memoria, che non si è affatto attenuata". Seduti davanti a lui al Quirinale persone colpite negli affetti più cari, che hanno pagato un prezzo in prima persona per la violenza della criminalità organizzata. Maria Rosaria Costa (vedova di Vito Schifani), Concetta Mauro Martinez (vedova di Antonio Montinaro), Rosalba Terrasi (fidanzata di Rocco Dicillo), Angelo Corbo (agente di scorta di Falcone sopravvissuto alla strage di Capaci), Provvidenza Mazza (consorte di Angelo Corbo), Giuseppe Costanza (agente di scorta di Falcone sopravvissuto alla strage di Capaci), Manfredi Borsellino (figlio del Magistrato Paolo Borsellino) e vice Questore della Polizia di Stato, Lucia Borsellino (figlia del Magistrato Paolo Borsellino), Desiree Benedetti (figlia di Maria Rosaria Costa), Luisa Affatato (madre di Rocco Dicillo) sono i loro nomi, non sempre noti ai più. "Trent'anni non sono pochi. Ma ogni anno il ricordo è sempre con lo stesso valore e intensità che c'era nei primi giorni" sottolinea il Presidente. In anteprima viene presentato un documentario della serie “Memories” dal titolo “I Ragazzi delle Scorte”, dedicato al ricordo dei poliziotti che hanno perso la vita nelle stragi di Mafia del 1992 e che andrà in onda su Rai1 il prossimo 30 dicembre e pubblicato su RaiPlay.


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Il documentario, realizzato per il trentennale delle stragi, è stato coprodotto dal Ministero dell'Interno-Dipartimento Pubblica Sicurezza, dalla Presidenza del Consiglio-Struttura di Missione per gli Anniversari Nazionali e con la società di produzione 42 parallelo presente con il direttore editoriale Mauro Perissone. "Questo di far vedere le conseguenze sulla vita familiare dei congiunti, sullo sconvolgimento di prospettive di futuro e di condizioni è il modo per far toccare con mano l'orrore di quello che commette la Mafia con i crimini. Ed è il modo - come ho detto - più efficace, anche per i giovani, per trasmettere questo messaggio di consapevolezza" spiega Mattarella. “C’è stata una crescita molto grande in questi anni. Pero' far vedere le conseguenze umane, familiari, concrete, nella vita quotidiana, che si prolungano nel tempo, è il modo più efficace e più forte per toccare con mano, e per rendersi conto di che cosa comporta". "L'attività di scorta non era soltanto, per coloro che ricordiamo, un'attività professionale, un modo di impegnarsi professionalmente. Era anche frutto di una passione e del legame con la persona con la quale si stava, e un contributo protagonista alla vita civile e di sicurezza del Paese. Per questo ricordarlo e' fondamentale, e questo modo e' particolarmente efficace" nota il Presidente. Che poi sprona a "rinnovare, intorno ai familiari delle vittime e ai superstiti, la solidarietà del Paese che - ripeto - non si è attenuata, non è venuta meno affatto. Però è bene contribuire a farla stare sempre al massimo livello". "Per chi, come me, ha avvertito da vicino quei due eventi e ha avuto quindi maggiore capacità di poter comprendere cosa comportavano come effetti pubblici e come conseguenze private, familiari, nella vita quotidiana, l'apprezzamento per questa iniziativa è ancora più alto" ha detto Mattarella ringraziando il Capo della Polizia e gli autori del documentario. "Io so bene che non c’è nulla, neanche a distanza di trent'anni, che possa rifondere, in qualche modo, che possa coprire, che possa rimuovere quello che e' avvenuto, il dolore che si è avvertito allora e che si è avvertito nel corso del tempo, e si protrae nel corso del tempo" ha detto Mattarella che rarissimamente lascia spazio ad accenni personali. “È questo un modo di far conoscere le persone, le figure individuali delle singole vittime. E questo è davvero un bel modo di ricordarle" ha concluso.

In foto di copertina: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la moglie dell'agente Vito Schifani, Maria Rosaria Costa © Imagoeconomica

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