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Elevare sé stessi e la propria coscienza grazie ad un percorso di trasformazione e dar modo alla bellezza di emergere: è stato questo il filo conduttore del pittore Gaspare Mutolo con il pubblico che, lo scorso 6 ottobre, ha assistito all’inaugurazione della sua ultima mostra presso il Laboratorio Campania Bellezza del Creato nel comune di Santa Anastasia. Il prestigioso evento, realizzato dall’Associazione Terre di Campania APS in collaborazione con la comunità dei Domenicani del Santuario Della Madonna Dell’Arco, e della curatrice artistica Maria Santamaria, ha rappresentato per il noto collaboratore di giustizia non solo una nuova occasione per far conoscere al pubblico le sue opere, ma soprattutto per divulgare la sua peculiare storia personale. La presidente dell’associazione Maddalena Venuso ha presentato la figura dell’artista e moderato in maniera ineccepibile i vari interventi dei relatori presenti all’evento.

La conferenza prende avvio con un video di testimonianza del capo redattore di ANTIMAFIADuemila Aaron Pettinari, che da anni segue e sostiene il percorso di cambiamento di Mutolo. La parola passa poi a Padre Giampaolo Pagano, il quale sottolinea l’importanza di vivere nella legalità per riportare alla luce la bellezza che la mafia ha offuscato, una bellezza che Gaspare, oggi, riscopre in alcune figure amiche che lo hanno aiutato a maturare una visione consapevole di ciò che è bene e ciò che è male. Seguono gli interventi di Padre Francesco M. Ricci Priore Comunità dei Frati Predicatori della Provincia San Tommaso d’Aquino in Italia; del sindaco Carmine Esposito; dell’assessore alla cultura Veria Giordano; a seguire Avv. Prof. Mariano Menna, Presidente Associazione Giuristi Cattolici della Diocesi di Nola; Dott. Antonio Falcone, Presidente Amici Associazione Medici Cattolici Italiani della Diocesi di Nola; Aldo Bova, presidente Nazionale Forum delle Associazioni Socio Sanitario; Crisitano Faranna, della Fondazione Polis; Francesco Manca, Segretario Regionale UCSI Unione Cattolica Stampa Italiana; Gaetano Romano, Critico dell’arte e Operatore culturale; Mino Iorio, Docente - Storico dell’arte.


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L’interessante ed elegante conversazione tra i relatori e il signor Mutolo – aperto con un intervento musicale della violinista Snezana Tintor Favazza - ha offerto ai presenti vari spunti riflessione, soprattutto su temi di attualità: “La bellezza è anche concedere il perdono. Ogni essere umano ha diritto al perdono, anche se le sue colpe sono gravi - sostiene Mutolo -, non è sbagliato concedere un’altra possibilità, ma solo a chi si è veramente pentito del male che ha fatto. Chi non si pente e, macchiatosi di crimini gravi, non offre il proprio contributo alla giustizia, non ha diritto al perdono. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno sacrificato la propria vita per questo. Due uomini che dovrebbero essere santificati, perché hanno creduto nella bellezza e l’hanno manifestato attraverso le loro azioni”.

Il nostro governo - prosegue Mutolo -, commette un grave errore adeguandosi alle leggi della Corte di Giustizia Europea di Strasburgo che, di fatto, dimostra di non conoscere fino in fondo le dinamiche del sistema mafioso italiano. In questo modo, si rischia di vanificare il lavoro e il sacrificio di quegli eroici magistrati e di coloro che ne stanno seguendo le orme.

Sempre in tema di legalità Mutolo ribadisce la necessità di recidere i legami tra politica e mafia: “Nonostante l’incessante lavoro della magistratura, ancora oggi persistono collusioni tra alcuni esponenti politici e le associazioni di stampo mafioso. Per porre sotto inchiesta un politico, è necessario che il magistrato sia in possesso di prove schiaccianti, attendibili al 110% - spiega Mutolo -, ciononostante, grazie al lavoro sporco di qualche avvocato, il politico riesce sempre a cavarsela. Solo pochi giorni fa, ultimo in ordine di tempo, è stato arrestato un politico con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e per voto di scambio”.


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L’incontro prosegue con uno dei momenti più significativi della giornata: lo spazio dedicato alle domande preparate per l’autore dai giovani studenti presenti al vernissage. Vogliono conoscere le ragioni che hanno spinto Gaspare Mutolo a compiere le sue scelte nel crimine e se, in condizioni di vita diverse, si sarebbe comportato allo stesso modo: “Sono consapevole di essermi comportato in maniera molto discutibile, ma è anche vero che sono nato negli anni Quaranta e il contesto siciliano in cui sono cresciuto offriva a un giovane ben poche opportunità. La politica governativa del tempo agevolava l’imprenditoria del nord, dimenticandosi del sud...chissà, se ci fossero state più fabbriche nel nostro territorio, forse molti giovani non avrebbero intrapreso sentieri malavitosi. Negli anni ‘50, ‘60, ‘70, prosegue Mutolo, le autorità che esercitavano il controllo sulla Sicilia e altre zone italiane, quelli a cui tutti si rivolgevano per qualsiasi bisogno appartenevano alla mafia, come fu per lo stesso Bernardo Mattarella, padre del nostro attuale presidente della Repubblica”.

I ragazzi ascoltano in silenzio e con grande interesse le parole di Mutolo, conquistati dalla semplicità dei modi e dal suo italiano talvolta incerto.
Tra le altre cose, il pittore siciliano vuole far comprendere ai giovani la sua   particolare visione della bellezza: “Dopo che è iniziata la mia collaborazione - conclude - ho scoperto il significato della bellezza, e ho imparato a distinguere lo sguardo delle persone che mi offrivano sinceramente il perdono. Ho sbagliato molto, lo so, ma non ci sono solo gli errori, nella mia vita di mafioso: ci sono anche le svariate volte in cui sono personalmente intervenuto per impedire un omicidio su cui non ero d’accordo. Un po' di bellezza, deve esserci anche in questo”.

La metamorfosi di Mutolo appare evidente a chiunque lo incontri; inoltre, si manifesta chiaramente con la condotta irreprensibile, la determinazione e la coerenza con cui percorre il sentiero della legalità. La crisalide del mafioso che era è diventata la farfalla, che mostra al mondo la bellezza di un essere completamente trasformato.

Ultimo, ma non meno importante l’intervento di Pasquale Adamo: è grazie a lui, e alla preziosa collaborazione di Giuseppe Ottaiano che è stato possibile realizzare la mostra nel Laboratorio Campania bellezza del Creato - Santuario Madonna dell’Arco, dove le opere del pittore resteranno esposte fino al 20 ottobre. “Dopo vent’anni, ho finalmente realizzato un sogno - confessa il signor Adamo -, quest’evento è il mio grazie a Gaspare Mutolo, che ho conosciuto molti anni fa in altre circostanze, un uomo al quale va la mia stima e gratitudine”.

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