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“Trent’anni e un giorno. Le grandi Stragi tra Stato e mafia”, è il titolo del libro di Fabio Granata e Peppe Nanni (E. Algra) presentato ieri mattina durante la rassegna “Naxoslegge” presso il Bistrot del Lido di Naxos (Comune di Giardini Naxos). Un evento organizzato in occasione del trentennale dalle stragi di Capaci e Via d’Amelio. Un momento di riflessione su questioni irrisolte sul tema mafia che impongono interrogativi, spesso inquietanti. Ma oltre all’opera scritta a quattro mani da Granata e Nanni, sono stati presentati anche i libri del consigliere togato al Csm Sebastiano Ardita - “Al di sopra della legge” (Ed. Solferino) - e “Luigi Ilardo, omicidio di Stato” di Luana Ilardo, figlia di Luigi Ilardo, ex boss mafioso divenuto confidente dei carabinieri. Ilardo venne assassinato la sera del 10 maggio 1996 nei pressi di casa, a Catania, lasciando moglie e figli di cui uno di soli sei anni. Nel corso dell’evento è stato assegnato il premio “Legalità è/e Bellezza” a Luana Ilardo che il tragico giorno del delitto del padre raccolse il cadavere dello stesso, in via Quintino Sella, a Catania, e da allora lotta per trovare verità e giustizia sull’omicidio del padre e sui numerosi eventi “collaterali” che segnarono nel sangue il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica.


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“Questa per me non è una semplice presentazione. Va oltre - ha commentato Luana Ilardo -. Dà un senso a tutto ciò che ho fatto finora e al coraggio con cui le ho messe in atto. La storia di mio padre è la storia di un uomo tradito dallo Stato. Oggi continuo la mia battaglia per mio padre perché anche se ha commesso errori nella sua vita ha avuto anche il coraggio di pagare ogni debito con la giustizia dimostrando di essere un collaboratore vero e sincero, aprendomi un varco per poter riscattare lui e la mia famiglia. Fino a quando a fare certe porcherie sono stati i mafiosi non crea scandalo perché si sa che c’è una guerra tra lo Stato e la mafia; ma quando questi uomini sono stati venduti da coloro che avrebbero dovuto proteggerli, per pagare un prezzo meno caro, è una vergogna inaudita che mai darà pace alle persone culturalmente evolute che sanno la verità e che godono di un’onestà intellettuale che non è da tutti”. Il libro di Granata e Nanni “ha il merito di aver tracciato una linea orizzontale nel suo racconto - ha detto Ardita che ne ha curato la prefazione -. I personaggi vengono in luce non tanto e non solo per le azioni compiute ma soprattutto per la consapevolezza del proprio ruolo dentro la società e dentro le istituzioni. Questo libro va letto perché riassume pezzi di storia in modo molto efficace, forte ed emotivo. Ma la cosa che più apprezzo di questa opera è la sua capacità di dare ai personaggi il loro peso istituzionale, il ‘proprio dover essere’.


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Tutti i personaggi raccontati qui dentro hanno la consapevolezza di chi dovevano essere e di fronte al rischio della vita vanno incontro alla morte. Al di là della retorica che a volte si fa in queste vicende - cosa assente in quest’opera - questo libro che ci porta qui a discutere di un tema importante: cos’è oggi la cultura, specie se orientata a diffondere questi argomenti di scontro e argomentazione politica? Secondo me è la cultura, è la capacità di apprendere, di fermarsi, osservare e ragionare con il gusto della ricerca e della meraviglia di fronte a ciò che non si conosce”.

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