Qualcuno avvelena di notte il giardino dei genitori dell’urologo fatto suicidare dalla mafia. La cosa va avanti da anni: “Forse l'unica soluzione è andarcene”
Da mesi ignoti avvelenano e distruggono le piante del loro giardino rendendo l’aria irrespirabile in quella che sembrerebbe essere un’intimidazione a tutti gli effetti. Ora i genitori di Attilio Manca - l’urologo che familiari, pentiti di mafia e ora anche parlamentari (ma paradossalmente non giudici e magistrati) ritengono sia stato “suicidato” da mafia e servizi segreti nel febbraio 2004 - hanno detto basta e tramite il loro avvocato Fabio Repici hanno presentato denuncia in Procura, inoltrata anche in Prefettura.
Oltre al dolore dal punto di vista investigativo per una verità giudiziaria ancora da conquistare - l’ultima volta che un giudice si è espresso sul caso lo ha fatto stabilendo l’archiviazione del giallo assecondando le varie richieste della procura di Viterbo - nell’animo della famiglia Manca ha trovato spazio da qualche tempo anche l’inquietudine per via di queste strane intimidazioni. Già parecchi anni fa avevano denunciato che nel giardino della propria casa a Barcellona Pozzo di Gotto qualcuno aveva versato sostanze acide che avevano provocato gravissimi danni agli alberi e alle piante, come ricorda La Gazzetta del Sud. Episodi puntualmente segnalati ma con un nulla di fatto.
Adesso questi episodi sono tornati a farsi sentire e la prassi è sempre la stessa: qualcuno che di notte versa sulle piante del giardino e sul terreno di casa un liquido acido, che in un lampo brucia la vegetazione e rende l'aria irrespirabile. Il 9 maggio una pianta di aloe e una magnolia si sono rinsecchite emanando un puzzo acido che ha provocato una forte irritazione alle vie respiratorie. Il giorno dopo due carabinieri hanno fatto un sopralluogo. Analogo episodio il 16 agosto: due vasi con le piante protette da un velo di plastica, avevano una patina biancastra e l'aria era per l'ennesima volta irrespirabile. L’indomani, di nuovo nel giardino sono state versate sostanze acide. Di prima mattina Gino e Angela Manca avevano notato un telo di plastica, con cui era stata riparata una giara, quasi sbriciolato, e alcune piante si sono essiccate all'improvviso. Il 20 agosto appena Gino e Angela si sono alzati, si sono accorti che dal giardino proveniva un puzzo di acido insopportabile, che di nuovo ha provocato difficoltà alle vie respiratorie. Il 22 agosto di nuovo e di prima mattina, hanno percepito nuovamente in giardino un fortissimo puzzo acido. Questa volta l’obiettivo era un cactus, che s'era essiccato spurgando liquido biancastro. Anche altre piante sono rinsecchite improvvisamente, con l'aria intorno che aveva una carica irritante fortissima.
Sono piccole intimidazioni che rientrerebbero a pieno nel linguaggio mafioso ai danni di una famiglia che in questi diciotto anni di silenzi e mancate verità si è dovuta scontrare con i piani alti del potere occulto e con i vertici della potente mafia Barcellonese. Già nel 2016 Angela e Gino Manca avevano presentato due denunce ai carabinieri per segnalare nella loro villetta presunte sostanze tossiche capaci di provocare evidenti sintomi di avvelenamento, confermati anche da un certificato medico che ha individuato “metalli pesanti” nell’organismo di entrambi. Qualche ora fa su Facebook Angela Manca ha scritto: “Vorrei chiedere a questi miserabili assassini: perché volete farci ancora del male, non siete sazi del sangue di Attilio? O forse la nostra presenza in questa casa vi fa ricordare l'atrocità di quanto commesso?”. La madre di Attilio chiede che venga al più presto trovato il colpevole anche perché il marito Gino (88 anni) “sta molto male, ha una fibrosi polmonare e questi veleni stanno aggravando la situazione”, ha detto a Stampalibera.it. “Forse l'unica soluzione è andarcene…”.
Alla famiglia Manca va tutta la solidarietà della redazione di ANTIMAFIADuemila, con la speranza che questi episodi cessino e vengano al più presto chiariti
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