A 30 anni dalle stragi di Capaci e via d’Amelio, fitte ombre sulle responsabilità istituzionali
Il rapporto “Radar. Niente sarà più come prima”, realizzato da SWG, (la società fondata a Trieste nel 1981 che progetta e realizza ricerche di mercato) racchiude un lavoro di analisi sulle dinamiche della politica e della società italiana. Non poteva mancare quindi anche una parte dedicata alla mafia: secondo un italiano su due, emerge dal rapporto, lo Stato è stato responsabile della morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, mentre il totale delle persone intervistate (800 soggetti) è d'accordo nel dire che "ancora oggi nessuno ha saputo veramente prendere su di sé l'eredità di Falcone e Borsellino nella lotta contro la mafia".
"Da un lato - si legge - prevale la sensazione di uno Stato meno attento alla lotta contro la criminalità di stampo mafioso e con forti responsabilità anche verso gli attentati del 1992, dall’altro la percezione di un progressivo avanzamento della criminalità organizzata, su più fronti. Dall’economia legale (58%), alle attività illecite (52%), passando per la collusione con la Politica (42%): secondo gli intervistati negli ultimi 10 anni le infiltrazioni mafiose nel tessuto economico-sociale del Paese sarebbero aumentate, soprattutto al Nord e nelle grandi città. Da Nord a Sud, dalla Lombardia (66%) alla Sicilia (85%), non c’è territorio che si dica al sicuro dalle infiltrazioni mafiose, e per 3 intervistati su 4 con la crisi economica e i fondi del PNRR il rischio di infiltrazioni mafiose aumenta.
Il rischio più grande è quello della rassegnazione: già oggi 4 italiani su 10 alzano le mani e mostrano segnali di resa, guardando alla mafia come un problema impossibile da estirpare dalla società italiana".
Preoccupazioni sono state rilevate anche sul fronte economico: "Oggi con la crisi post-Covid è più facile per le organizzazioni criminali infiltrarsi nell'economia rilevando a buon mercato le imprese in difficoltà". E poi ancora: "Gli ingenti fondi pubblici - secondo il totale degli intervistati - stanziati dal Pnrr sono una ghiotta occasione per le organizzazioni criminali, che non vorranno lasciarsi scappare".
Crisi di Governo
Una parte è stata dedicata, naturalmente, anche alla profonda crisi di governo: "la caduta del Governo Draghi - come scritto nel documento - e l’indizione delle elezioni anticipate hanno preso alla sprovvista gli italiani. Oltre la metà si sente arrabbiata, infastidita o delusa ed è convinta che la fine anticipata della legislatura doveva essere evitata. Su queste posizioni è compatto l’elettorato del PD, mentre le basi degli altri partiti appaiono più divise. Nel centrodestra un terzo degli elettori è critico nei confronti dell’esito della crisi e soltanto in Fratelli d’Italia c’è una quota più corposa, ma non maggioritaria (39%), convinta che si sia arrivati alla soluzione ottimale. Anche tra i sostenitori di Conte le opinioni sono piuttosto articolate. La responsabilità della crisi viene addossata soprattutto a Conte e al Movimento 5 Stelle, ma nell’ambito del PD e dei Cinquestelle è abbastanza diffuso il parere secondo cui anche Salvini abbia avuto un ruolo determinante nel percorso che ha portato all’interruzione dell’esperienza Draghi.
Rivolgendo lo sguardo alla prospettiva delle elezioni, tra i molti interrogativi c’è la questione delle alleanze. Mentre la coalizione del centrodestra sembra piuttosto definita, nel restante campo politico rimangono aperte ancora diverse opzioni. Gli elettori PD chiudono in maniera piuttosto netta all’ipotesi di alleanza con il M5S e sono tentati principalmente da una corsa solitaria, con uno sguardo però su Azione +Europa. Per gli elettori del M5S, la prima scelta a questo punto è presentarsi senza alleati".
Emergenza Covid-19
Non poteva certamente mancare anche un sondaggio centrato sull'emergenza pandemica e sulla gestione effettuata dalla classe politica: "A oltre due anni dall’inizio della pandemia, l’estate 2022 apparentemente si presenta come 'l’estate del ritorno alla normalità', soprattutto grazie all’abolizione della maggior parte delle restrizioni.
Tuttavia, nelle ultime settimane i contagi sono notevolmente aumentati, raggiungendo valori vicini a quelli di marzo 2022. Per questo motivo è utile sondare gli stati d’animo degli italiani e la loro posizione verso misure restrittive e quarta dose.
Ciò che emerge è una notevole preoccupazione da parte della popolazione verso l’aumento dei contagi, soprattutto tra la popolazione 55-64enne e i vaccinati con terza dose. Ciò si riflette anche nello stato d’animo con cui verrà vissuta l’estate 2022: prevale la cautela e l’attenzione, mentre solo 1 italiano su 10 la vive con entusiasmo e voglia di fare esperienze nuove. Questo dato è particolarmente interessante in quanto i risultati rilevati sono molto simili a quelli emersi nel luglio 2021, con una dose di cautela perfino più marcata, segnale importante di una pandemia percepita come ancora molto presente nella vita quotidiana.
Più divisa e sfaccettata, invece, l’opinione verso misure restrittive e vaccini. Nello specifico, per buona parte degli italiani (42%) bisognerebbe aumentare le restrizioni contro il Covid-19, mentre solo per il 17% andrebbero completamente eliminate. Per quanto riguarda la durata della quarantena, l’opinione pubblica è più frammentata e incerta: da un lato chi vorrebbe ridurla a 2-3 giorni (31%) e dall’altro chi vorrebbe aumentarla di nuovo a 14 giorni (20%).
Tra i vaccinati con terza dose prevale la volontà di fare una quarta dose il prima possibile (40%), tuttavia una parte considerevole non ha intenzione di farla (29%)".
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