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Intervenuti in trasmissione la fondatrice del Movimento, Sonia Bongiovanni, assieme a Marta Capaccioni e Jamil El Sadi

Questo spettacolo è ideato in occasione del 30° anniversario della strage di via D’Amelio. Ma non si limita a parlare di mafia, perché toccherà anche altre lotte sociali. Vuole sensibilizzare gli spettatori verso tutti i temi sociali. È uno spettacolo ricco di contenuti ma anche di generi”. Così Sonia Bongiovanni, fondatrice e direttrice artistica di Our Voice, intervenuta a “Radio In” lo scorso mercoledì 13 luglio per presentare il Movimento e per parlare dei prossimi progetti a Palermo: lo spettacolo “Il regno del disordine” (17 luglio) e il corteo militante “Ipocritamente Stato” (18 luglio).
Un’intervista strappata al volo, si potrebbe dire, mentre Sonia si trovava impelagata con le prove generali dello spettacolo. “In questo spettacolo - ha continuato - ho l’onore di essere affiancata da Diego Grachot, attore e regista uruguaiano, nonché integrante di Our Voice, che è venuto in Italia apposta per la serata del 17 luglio: a testimonianza dell’importanza e dell’internazionalità del progetto. È vero, questo spettacolo è realizzato in occasione del 30° anniversario della strage di via D’Amelio. Ma non si limita a parlare di mafia, perché affronterà anche altre tematiche sociali. Vuole sensibilizzare gli spettatori e le spettatrici verso tutti i temi sociali. È uno spettacolo ricco di contenuti e di generi”.
Grazie alle domande di Barbara Lipari, conduttrice del programma radio, Sonia ha rivelato qualche aneddoto della storia che andrà in scena domani sera alle 20:30 sul palco di Villa Filippina. “Lo spettacolo narra la storia di una signora di nome Rosa che è la guardiana del regno del disordine i cui abitanti sono surreali. Rosa è sempre sofferente a causa della morte di alcune persone che ciclicamente si ripete - ha detto -. Il regno del disordine è caratterizzato da un forte classismo e si basa sulla cultura dei segreti che Rosa continua a mantenere, credendo che questa sia l’unica alternativa per fermare queste morti che periodicamente si susseguono. Un altro personaggio cruciale del regno è Salvo: la carica presidenziale di questo mondo”.
A seguire è stata la volta di Marta Capaccioni, anche lei intervenuta in collegamento dalla Casa di Paolo dove a breve sarebbe iniziato un evento organizzato da “Will Ita” con il presidente del tribunale di Palermo Antonio Balsamo e l’Ass. universitaria Contrariamente. A lei il compito di illustrare il corteo che Our Voice farà lunedì 18, ore 18, intitolato “Ipocritamente Stato”: il secondo appuntamento del Movimento per commemorare la strage di via d’Amelio.
L’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di rendere il corteo del 18 luglio il più concreto possibile, allargandolo alle varie realtà che ne daranno corpo, forma e colore e, soprattutto, far sentire la voce unita e compatta della società civile. E questo portarlo avanti ogni giorno sempre di più e non solo in occasione di ricorrenze particolari”, ha detto Marta.
È prevista molta partecipazione per il corteo. Tante le sigle che hanno già aderito: dall’ANPI alla CGIL, da Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato a Rete Studenti Medi, da WikiMafia alla rete Antimafia di Brescia, da Contrariamente ad ANTIMAFIADuemila, UDI, SUNIA, InfoImmigrazione e tante altre sigle e realtà sociali.
Non abbiamo vissuto il ’92, ma penso che quella storia riguarda tutta l’Italia e anche le giovani generazioni. Ci dobbiamo sentire parte di quella storia. Ci siamo stancati delle passerelle, dei tradimenti e dell’uso spesso ipocrita dell’etichetta ‘antimafia’. Vogliamo partire dai quartieri perché soprattutto oggi, a Palermo in primis, la lotta alla mafia è strettamente connessa alla questione sociale. Quest’ultima da sempre abbandonata da parte della politica. Noi vogliamo denunciare le responsabilità politiche dietro tutto ciò, perché dove non vi è lo Stato le mafie proliferano - ha continuato Marta -. Ma non ci limitiamo a denunciare ciò che non va. Vogliamo proporre anche soluzioni concrete. Ecco perché abbiamo aperto le adesioni alle varie realtà sociali, proprio per comprendere quali sono le istanze che partono dal basso. Una delle cose che pretendiamo è la rimozione dei segreti di Stato, che si ponga fine ai silenzi di Stato di quei colletti bianchi che sono coinvolti, e i processi lo testimoniano, e sanno cose sulla strage di via d'Amelio. Un Paese come l’Italia senza verità non può avere neanche giustizia. A maggior ragione se quegli anni lì ha dato natale alla seconda repubblica: nata sulle stragi”.
Presente in studio, invece, Jamil El Sadi, portavoce di Our Voice, a cui è spettato il compito di tessere le file a condurre assieme a Barbara Lipari la trasmissione. “Con lo spettacolo e con il corteo stiamo cercando di coinvolgere la cittadinanza all’assunzione di responsabilità. Una cittadinanza attiva e non indifferente è terreno sterile per le mafie - ha detto -. Il corteo, in modo particolare, è parte di un percorso che stiamo facendo da tempo all’interno dei quartieri per comprendere dal loro punto di vista cosa significa antimafia sociale e popolare, quali sono i disagi che vivono e quali sono i beni e i servizi che necessitano. Lotta alla mafia vuol dire anche diritto al lavoro, ad avere una casa, diritto alla sussistenza, a vivere una vita degna di essere chiamata tale, vuol dire presenza dello Stato nei quartieri. La lotta alla mafia si fa contrastando e opponendosi ad una politica e ad una classe dirigente che ha lucrato a discapito delle categorie più fragili della società”.

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