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Il 30 giugno in via Imperatrice Costanza, traversa di via Colonna Rotta, nel quartiere della Zisa a Palermo, Giuseppe Incontrera, 45 anni, mentre era in bicicletta è stato inseguito e ferito con dei proiettili alla spalla e al torace. L'uomo era già noto alle forze dell'ordine: arrestato più volte per spaccio di hashish, cocaina e eroina, per violazione della sorveglianza speciale, ma anche per rapine. Avrebbe fatto parte di una banda specializzata in colpi a istituti di credito del Nord Italia nei primi anni 2000. Gli investigatori hanno rilevato che Giuseppe Incontrera era consuocero di Giuseppe Di Giovanni, fratello dei capimafia Gregorio e Tommaso. Di lui aveva parlato il neo pentito Marcello Puccio, picchiatore al soldo dei boss. Aveva fatto il nome di Incontrera assieme a quello di capimafia che hanno una storia in Cosa Nostra, gente pronta a imporre le regole mafiose con la volenza: a Porta Nuova “chi sbaglia paga”.
Oltre a Incontrera c'erano stati altre due omicidi.
Giuseppe Dainotti: ammazzato a maggio del 2017 in via d’Ossuna alle 8 di mattina, mentre era in bicicletta. Dainotti era stato affiancato da uno o due uomini in sella ad uno scooter mentre una sola telecamera stava inquadrando la via. Tuttavia i dettagli raccolti dalle immagini sono stati insufficienti per risalire all'identità degli assalitori. Dainotti potrebbe avere pagato con la vita la voglia di tornare a comandare dopo anni di carcere. Prima di lui, il 12 marzo 2014, era stato ammazzato Giuseppe Di Giacomo. L'uomo era stato assassinato in via degli Emiri, sempre alla Zisa. Nello specifico era stato affiancato da uno scooter mentre era a bordo di una Smart. Addosso al suo giubbotto sono state trovate tracce di salva che non appartengono a Di Giacomo. Le indagini note sono ferme alle dichiarazioni di Vito Galatolo, boss pentito dell’Acquasanta: “Giuseppe Di Giacomo aveva offeso Tommaso Lo Presti che voleva impadronirsi del mandamento e per questo fu ucciso”, ha messo a verbale l’ex boss.

Foto © Imagoeconomica

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