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Sono accusate di una serie di reati contro il patrimonio (rapine, furti, ricettazioni ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso), avvenuti nel 2014-2015 e nel 2018 ai danni di commercianti della zona, le dieci persone presunte componenti di una organizzazione criminale, arrestate (cinque in carcere, gli altri ai domiciliari), questa mattina dai carabinieri della Compagnia di Brindisi e del Comando provinciale in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal gip del tribunale di Lecce su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della città salentina. Il presunto capo del gruppo è ritenuto esponente della frangia della Sacra Corona Unita diretta da Francesco Campana, di Mesagne. Otto degli indagati sono residenti a Brindisi, uno è detenuto per altra causa nel carcere di Livorno, l'ultimo era già sottoposto agli arresti domiciliari nel comune di Erchie. L'indagine, denominata 'Nexus', ed inizialmente diretta dalla Procura della Repubblica di Brindisi, è stata condotta dalla Sezione Operativa della Compagnia di Brindisi e trae origine da una rapina a mano armata perpetrata la sera del 22 febbraio 2018 ai danni di una tabaccheria di Brindisi, a seguito della quale, dopo un inseguimento, vennero arrestati in flagranza di reato tre uomini. Nel prosieguo delle ricerche dell'arma utilizzata nella rapina e del denaro provento del reato, i carabinieri hanno notato, lungo una strada interpoderale percorsa dai rapinatori in fuga, la presenza di due persone, tra gli odierni destinatari del provvedimento di arresto, note per i loro collegamenti con personaggi di spicco della criminalità organizzata. La circostanza, valutata nei termini di un'anomala coincidenza, ha aperto il campo all'ipotesi investigativa circa il coinvolgimento, nella rapina, di altri uomini e ha portato a effettuare alcune intercettazioni. In particolare, le conversazioni captate successivamente hanno fatto emergere elementi di interesse investigativo sull'esistenza di un'associazione a delinquere di tipo mafioso, dedita alla consumazione di reati contro il patrimonio, specialmente estorsioni, promossa e diretta dal carcere da uno degli indagati. Oltre a delineare i ruoli dei vari componenti del gruppo, i carabinieri, grazie alle attività di pedinamento, hanno individuato il presunto capo e promotore dell'associazione. Quest'ultimo veicolava gli ordini nel corso dei colloqui settimanali con la compagna, avvalendosi anche dei 'pizzini'. In particolare, tra gli episodi più significativi, è stato riscontrato un episodio di esplosione di colpi d'arma da fuoco a scopo intimidatorio nei confronti di un autoconcessionario di Brindisi ed il successivo danneggiamento mediante incendio di alcune vetture parcheggiate all'interno dell'autosalone, con la conseguente richiesta estorsiva ai danni del proprietario. Nel corso delle indagini sono state trovate e sequestrate diverse auto rubate in provincia di Brindisi, poi restituite ai proprietari. Le vetture venivano rubate per essere usate durante le azioni delittuose dell'organizzazione criminale oppure per finanziarne le attività illecite. L'intera attività d'indagine è stata coordinata dai pubblici ministeri Giovanna Cannarile della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce e Giovanni Marino della Procura della Repubblica di Brindisi.

Foto: it.depositphotos.com

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