Premiato lo scrittore e storico amico di Peppino, Salvo Vitale
Il Premio nazionale Valarioti-Impastato, organizzato nella città di Rosarno, con il patrocinio del Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca, è arrivato alla sua settima edizione. Giorno 30 maggio avrà luogo la cerimonia di premiazione nell’auditorium dell’Istituto d’Istruzione Superiore Raffaele Piria. Il premio è nato a Rosarno per rendere omaggio alla memoria di due vittime della violenza mafiosa, Giuseppe Valarioti e Peppino Impastato, conservarne e diffondere la memoria e trasmetterne l’esempio e il coraggio. Il prestigioso riconoscimento viene assegnato annualmente “a personalità eccellenti particolarmente impegnate nella lotta alla criminalità e nella diffusione della cultura della legalità che, con coraggiosa determinazione e adamantina coscienza civile combattono e contrastano i fenomeni legati all’asfissiante e pervasiva presenza della criminalità organizzata nei più svariati settori della società”. Centro dell’iniziativa, l’Istituto di Istruzione Superiore “Piria”, diretto dal preside Mariarosaria Russo.
Quest’anno il Comitato scientifico, costituito da Mario Bruno Belsito, Giovanni Impastato, Antonio Bottiglieri, Mariarosaria Russo e Piera Aiello, ha deliberato di assegnare, tra gli altri, il Premio Valarioti-Impastato 2022 a Salvo Vitale, con questa motivazione: “Scrittore, poeta, docente di filosofia. Salvo Vitale nel corso della sua vita si è distinto per le sue battaglie sociali combattute al fianco dell’amico Peppino Impastato. Dopo la sua morte avvenuta in data 9 maggio 1978, si batte per conservarne la memoria dedicandogli numerosi libri e poesie che conservano ancora lo stile utilizzato alla conduzione della radio. Si occupa di ricerche storiche, antropologiche, della diffusione della cultura dell’antimafia sociale nelle scuole. Il suo annoso impegno nella cura di alcuni social ed il suo ruolo di redattore capo dell’emittente televisiva Telejato lo hanno portato ad occuparsi con competenza e capacità di vicende riguardanti la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia”. Altri premiati sono i magistrati Nino Di Matteo, Francesca Morvillo (alla memoria), Maurizio De Lucia, lo storico Enzo Ciconte, Dalila Nesci, parlamentare e componente della Commissione Nazionale Antimafia, Elia Minari, scrittore, Beppe Alfano (alla memoria) e Paolo De Chiara, giornalisti, Antonino De Masi, imprenditore, e l’Istituto Enzo Ferrari di Susa.
Negli anni passati il premio è stato conferito a numerosi personaggi impegnati nel mondo dell’antimafia: si citano tra gli altri l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, Salvatore Borsellino, Iole Garuti, Giovanni Paparcuri, Piera Aiello, Giuseppe Costanza, Vincenzo Agostino, Marisa Garofalo, Tiberio Bentivoglio, i giornalisti Michele Albanese, Sandro Ruotolo, Paolo Borrometi, i magistrati Cafiero de Raho, Pignatone, Lombardo, Tartaglia, Gratteri, Sferlazza, Roberto Di Bella. Un premio alla memoria è stato attribuito a Nicholas Green, un bambino statunitense, vittima a sette anni di un assassinio sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria vicino a Vibo Valentia, nel 1994, e all’altro bambino Claudio Domino, ucciso a 11 anni dalla mafia. Premiate anche diverse scuole tra cui il Liceo Scientifico di Partinico la cui sezione “classica” fu frequentata da Peppino Impastato, rappresentato dalla dirigente Chiara Gibilaro, e poi Tiberio Bentivoglio, imprenditore reggino vittima di numerosi attentati, diventato figura di riferimento nella lotta contro le estorsioni mafiose e a diversi altri imprenditori che non si sono piegati alle richieste della ndrangheta. Premi anche per scrittori, artisti, docenti, politici ecc.
L’accostamento tra Valarioti, giovane professore e militante comunista ammazzato dalla mafia per punire l’attivismo e le denunce che egli stava portando avanti contro le organizzazioni criminali di Rosarno, e Peppino Impastato, ucciso a Cinisi a causa del suo impegno di denuncia, attraverso l’emittente Radio Aut nei confronti della cosca mafiosa di Gaetano Badalamenti, è stato voluto in considerazione della giovane età delle due vittime, animata da forte impegno e da precise scelte ideologiche nella lotta per il cambiamento della società contro le violenze e le prepotenze delle cosche mafiose, oltre che nella denuncia delle complicità e connessioni col mondo della politica e degli affari.
In una sua passata dichiarazione la preside Russo ha detto: «Sono stati uccisi, ma non sono stati vinti e la loro azione per costruire una società più giusta continuerà ad essere di esempio per i nostri studenti. Come di esempio lo sono quei magistrati, uomini delle forze dell’ordine, esponenti di rilievo della società civile, che andremo a premiare, la cui opera costituisce un modello di altissimo valore pedagogico, degno di essere ammirato ed imitato».
Salvo Vitale mentre riceve il premio da Luigi de Magistris
Già nei suoi interventi nelle passate edizioni del Premio Giovanni Impastato ha evidenziato il legame stretto tra queste due figure, che unisce anche due terre, Sicilia e Calabria, diverse ma pervase dalla presenza della mafia. Rosarno, città di frontiera per la presenza di lavoratori stranieri stagionali impegnati nella raccolta di pomodori, arance e altri prodotti, spesso sotto il controllo e lo sfruttamento delle cosche della 'Ndrangheta presenti nella zona, negli ultimi anni si è posta sulla strada del cambiamento attraverso una crescente consapevolezza del fenomeno mafioso e maggiore coinvolgimento nelle categorie sociali. La città non è molto lontana da Riace, altro centro calabrese dove, per scelta governativa, è stata smantellata l’esperienza, apprezzata anche in campo internazionale, di accoglienza di profughi e migranti, portata avanti dal sindaco Domenico Lucano, a testimonianza di una regione che non si rassegna alla prepotenza e alla lotta per il rispetto dell’uomo. Secondo il prof. Bruno Mario Belsito, infaticabile organizzatore dell’evento: “Il premio è un doveroso riconoscimento a tutte le espressioni della società civile, cui è affidato il delicato compito della crescita di una coscienza della legalità che vada oltre i “cento passi” di Peppino Impastato”.
Salvo Vitale ha detto che è la prima volta che riceve un premio, anche perché non ne ha mai cercati, e che un premio come questo è un riconoscimento non solo per quel che è stato fatto, ma per quello che ancora bisogna fare per salvaguardare la memoria di Valarioti e Impastato. Per sostenere che le distanze spariscono, i ricordi si accostano e che i momenti di vita diventano stimoli e impegno, ha ricordato che nel 1980, quando fu ucciso Valarioti, egli a Radio Aut parlò di quell’omicidio, e il Collettivo Musicale Peppino Impastato colse subito l’importanza di quel delitto, subito dimenticato dalla stampa, e ne inserì il nome in una ballata dal titolo “Li nostri morti” con testo di Umberto Santino e musica di Francesco Impastato.
LI NOSTRI MORTI
recitativo
Si senti lu so nomi nun chianciri,
nun priari,
comu li megghiu ciuri siccaru,
ma lu ciauru di lu so pinseri
ancora sintemu, ni teni vigghianti.
cantato
Li nostri morti, morti ammazzati
nun vonnu essiri mancu priati,
‘nta la so vita china di spini
foru ammazzati di mafiusi assassini.
recitativo
Verru unni si, Alongi, Orcei unni siti,
morti di Portella unni siti,
la vostra morti nun la scurdamu.
Li Puma unni si, Atzoti, Miraglia unni siti,
Compagni di li Fasci unni siti,
li nostri occhi sunnu sicchi pi vuatri.
Turiddu Carnevali unni si,
Roccu Gatto, Peppi Valarioti, unni sìti,
Peppino Impastato unni si,
li vostri grira ancora sintemu.
Coro
Li nostri morti, morti ammazzati
nun vonnu essiri mancu priati
‘nta la so vita china di spini
foru ammazzati di li mafiusi assassini.
recitativo
La lotta contru la mafia, e pi la libertà
di li bisugnusi ha statu longa,
accussi com’è longa la lista di li nostri morti,
ammazzati di li mafiusi.