Ritinteggiata la celebre scritta sul casolare dalla quale venne azionato l’ordigno della strage di Capaci
“La Democrazia è il potere di un popolo informato”; “Noi siamo Capaci”; “Uniti contro la mafia”. Sono solo alcuni dei tanti slogan scritti sugli striscioni che oggi pomeriggio hanno marciato grazie a centinaia di studenti, studentesse e scout. Un lungo corteo organizzato da AddioPizzo - con il patrocinio del Comune di Capaci e di Isola delle Femmine - intitolato “Coloriamo i nostri sogni” partito da Via degli Oleandri, Capaci, e conclusosi alla “Casina No Mafia”, luogo da cui il 23 maggio 1992 il convoglio di fuoco di Cosa nostra fece azionò l’esplosivo nascosto sotto l’autostrada che portò alla morte di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. A metà corteo un breve raduno di memoria al “Giardino Quarto Savona Quindici”, nei pressi del cratere che si creò 30 anni fa con la strage e che oggi porta il nome dell’auto di scorta che quel giorno portava il giudice Giovanni Falcone.
“Chi atterra all’aeroporto di Palermo, oggi intitolato proprio a Falcone e Borsellino, per raggiungere la città, non può fare a meno che ammirare, sulla sinistra, la bellezza del mare siciliano. Sulla destra invece, campeggia una scritta, NO MAFIA, illuminata anche di notte - ha detto Dario Riccobono, portavoce di Addiopizzo Travel, cooperativa sociale e tour operator che prende le mosse da una delle più rivoluzionarie risposte alla criminalità organizzata -. Quel luogo è diventato simbolo di resistenza alla mafia e di riscatto, cartolina di una Sicilia che resiste e che si vuole mostrare, ad esempio, ai tanti viaggiatori che decidono di scoprire la Sicilia”.
Ebbene oggi, il corteo è terminato proprio lì: in quella “casina” sulla collina. È stato un pellegrinaggio laico, una salita faticosa, che ricorda la difficoltà della memoria e dell’impegno quotidiano, grazie a cui avviene la metamorfosi e il superamento della cultura della violenza e della morte portata dalla mafia.
A colorare il tutto sono stati i giovani provenienti da Sassuolo, Torino, Bologna, Palermo, ma anche dall’estero come Svizzera e Germania. Insomma, centinaia di giovani accompagnati dai docenti e dai capiscout che hanno voluto celebrare la memoria di una strage dietro la quale mancano ancora tante verità.
E per farlo hanno voluto sottolineare - riverniciandola - una frase icastica: “No Mafia”. “Sette lettere diventate simbolo di resistenza e riscatto - si legge sulla pagina di Addiopizzo Travel -. ’N’, sta per natura e ambiente; ‘O’ per occupazione e lavoro; ‘M’ di magistratura; ‘A’ di arte e cultura; ‘F’ per fotografia; ‘I’ per informazione; e infine ‘A’ per arte e spettacolo”. Insomma, un modo diverso di promuovere i valori di legalità e giustizia, ma non per questo meno efficace. Anzi, come hanno dimostrato i giovani in corteo oggi, forse il primo modo per contrastare la mafia è colorare i propri sogni.
Foto © Deb Photo
ARTICOLI CORRELATI
Francesca Morvillo: il valore di una Donna magistrato
Stragi del '92-'93: i mandanti esterni e quei 'pupari' del Potere rimasti impuniti
Falcone spiato dagli apparati dello Stato
''Uccisi, Traditi, Dimenticati'' - Palermo, 23 maggio