"Oggi sono soprattutto le donne, c'è una rivoluzione di donne che vogliono rompere con quei codici, sono stanche. Sono un centinaio. E' una rivoluzione positiva del nostro Paese". Sono state queste le parole pronunciate a Termoli da don Luigi Ciotti, fondatore di Libera a Termoli, dove è arrivato nel pomeriggio per prendere parte alla presentazione del libro di Don Benito Giorgetta "Passiamo all'altra riva". "È possibile anche rompere dentro. In questo momento stiamo accompagnando, in grande silenzio, queste donne. Stiamo facendo una battaglia perché ci sia qualche riforma nel Paese perché non sono collaboratrici in senso stretto - ha proseguito Don Ciotti -, non sono testimoni. Sono persone che si ribellano a quei codici, a quelle famiglie, lo fanno per amore viscerale verso i figli. Lo fanno perché non è vita. Lo fanno perché hanno visto che altri lo hanno fatto. Diventa un esempio: è possibile. E allora, è importante trovare altri strumenti, altre modalità per allargare e per offrire di più la possibilità. In questi ultimi anni il numero delle persone che fanno questo si è fortemente allargato con molti rischi. Stiamo chiedendo qualche intervento per favorire tutto questo. Ci vuole una volontà politica seria e attenta. Si potrà voltare pagina contro queste organizzazioni criminali". Don Ciotti, nel corso del suo lungo intervento, ha parlato anche dei minori. "La giustizia minorile: sono ragazzi che hanno sbagliato, devono rispondere ma sono ragazzi. Questo percorso riguarda centinaia di ragazzi in questo Paese, senza chiasso, senza tanto rumore. C'è una storia di fermento positivo in questo momento" ha detto il religioso. "Oggi più che mai dobbiamo unire la forza degli onesti - ha concluso il fondatore di Libera - per diventare una forza etica-sociale, culturale, anche politica nel senso dell'impegno per il bene comune. È il 'Noi' che vince. I navigatori solitari sono ripiegati su se stessi. Oggi c'è tanto individualismo. La mafia è un problema serio, c'è la globalizzazione. Allora anche la società civile, quella responsabile, attenta deve globalizzarsi. Ecco perché 'Libera' è in tutta Europa e anche in America Latina da dove sono arrivato oggi".
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