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È di questi giorni la notizia di un’operazione promossa dalla Squadra mobile di Reggio Calabria che ha arrestato un quarantatreenne ritenuto tra i più influenti capi della Mafia Nigeriana. All’uomo sono stati rivolti diversi capi d’accusa: riduzione in schiavitù, tratta di esseri umani, sequestro di persona e violenza sessuale.
L’operazione risale alla mattina del 3 marzo 2022 quando la Polizia di Reggio Emilia ha eseguito 10 misure cautelari e 15 perquisizioni a carico di 25 cittadini nigeriani, indagati non solo per associazione a delinquere di stampo mafioso ma anche per una serie di reati aggravati dal metodo mafioso.
Secondo la DDA di Bologna, che ha coordinato le indagini, le persone arrestate sarebbero esponenti di due Cults, gruppi sociali affiliati alle confraternite operanti in Nigeria, conosciuti come “Supreme Vikings Confraternit” e “National Association of Air Lords”.
Le attente attività di analisi e valorizzazioni di dati, emersi da indagini precedenti portate avanti dagli investigatori della Squadra mobile, hanno consentito di ricostruire la presenza e l’operatività nel territorio reggiano di gruppi affiliati alla Mafia Nigeriana dal 2015 ad oggi.
Nel corso del 2018, nell'ambito di un'importante indagine volta al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti, è emersa l'esistenza di uno scontro tra due differenti gruppi criminali nigeriani culminato con violente aggressioni che sono state compiute con l'uso di armi da taglio, sfociate poi in lesioni gravi per gli esponenti coinvolti.
Le indagini che hanno portato all’arresto affiancano uno schema più ampio di contrasto ai gruppi mafiosi nigeriani, insediati su tutto il territorio nazionale e l'obiettivo è quello di diminuire l'influenza e l'operatività di questi gruppi.
Va ricordato però che quando si parla di abbattimento della Mafia Nigeriana, è impensabile non conciliare questo fenomeno a quello italiano poiché è risaputo che l'attività criminale dei cults nigeriani avviene sotto il lascia passare delle diverse organizzazioni criminali locali come nel caso di Castel Volturno, in provincia di Caserta, dove i gruppi affiliati alla Mafia Nigeriana per poter operare sono tenuti a pagare un fitto alla Camorra per ogni porzione di marciapiede dove viene svolta l'attività di spaccio. È errato denunciare unicamente la Mafia nigeriana non prendendo in considerazione l'esistenza permanente e preminente delle Mafie italiane, le quali detengono l'egemonia di traffici illegali di esseri umani, droghe e armi su larga scala, sia in Italia che nel resto del mondo.
I due fenomeni sono ben intrecciati l'uno con l'altro e la lotta contro di essi deve essere effettuata in maniera uniforme e trasversale perché entrambe in egual modo producono solo effetti negativi sulle condizioni di vita della popolazione a livello internazionale.
La mafia nigeriana non deve essere vista come una copertura delle nostre mafie, quelle italiane, quelle bianche, perché queste ultime non sono sparite. Al contrario, continuano a mantenere l'egemonia dei traffici illegali in Italia e nel resto del mondo. 
Per concludere, non è dunque corretto qualificare il rapporto tra la Mafia nigeriana e quelle italiane di tipo meramente subordinato e sottomissivo: si tratta di una vera e propria collaborazione poiché la prima gestisce diversi settori come il traffico dell'immigrazione, il traffico delle sostanze stupefacenti e tutto ciò è possibile all'interno del territorio nazionale perché le è permesso.

Foto © Imagoeconomica

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