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I nomi fatti da Salvini: Carlo Nordio, Letizia Moratti e Marcello Pera

Seconda fumata nera. Ieri le votazioni si sono chiuse con 672 schede bianche, 36 voti per Paolo Maddalena, 16 voti a Sergio Mattarella, 9 a Marta Cartabia e 7 per Silvio Berlusconi.
Oggi invece le schede bianche sono state 527. Il nuovo capo dello Stato, così come il nuovo premier se Draghi dovesse salire al Colle, si ritroverebbero ad affrontare una crisi sanitaria, energetica, politica e militare. Quattro sono infatti i principali nodi che tengono banco nelle cronache di stampa: la pandemia, il possibile conflitto tra Russia ed Ucraina, l’aumento dei prezzi degli idrocarburi e, in ultimo, l’incognita Draghi. Come procederà la politica se andrà al Colle? Forse potrebbe verificarsi quello scenario da ricatto intimato da Forza Italia: “Se Draghi va al Quirinale, noi usciamo dal governo e si vota”.
Oggi il centro destra ha presentato la sua rosa di nomi: Letizia Moratti, Carlo Nordio e Marcello Pera. Da questi nominativi si può dedurre che Berlusconi non si sia mai realmente ritirato dalla corsa al Quirinale. Ad ogni modo i nomi non sono stati accettati dal centro sinistra: “Prendiamo atto della terna formulata dal centrodestra che appare un passo in avanti, utile al dialogo. Pur rispettando le legittime scelte del centrodestra, non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi la larga condivisione in questo momento necessaria. Riconfermiamo la nostra volontà di giungere a una soluzione condivisa su un nome super partes e per questo non contrapponiamo una nostra rosa di nomi. Nella giornata di domani proponiamo un incontro tra due delegazioni ristrette in cui porteremo le nostre proposte”. Molto probabilmente l’accordo non sarà raggiunto su nessuno di questi nomi. A mancare, rispetto alle indiscrezioni della vigilia, è il nome della presidente del Senato Casellati e secondo alcuni è una strada voluta proprio per non “bruciarla”: “La presidente del Senato, Elisabetta Casellati non è nella nostra rosa dei candidati perché vogliamo che le cariche istituzionali siano tenute fuori e abbiano in sé la dignità di essere una possibile scelta”, ha detto Salvini.

I nomi
I candidati del centrodestra sono stati adeguatamente puliti prima di essere presentati. Peccato. Per dovere di trasparenza sarebbe stato opportuno anche indicare i loro punti meno “graditi”.
Letizia Moratti: massima esponente del negazionismo milanese per quanto riguarda la mafia, attualmente è assessora al Welfare e vicepresidente della Regione Lombardia. E’ stata presidente della Rai (1994-1996) nel primo governo Berlusconi e poi durante il governo Dini e ha avuto poi il ruolo di ministra dell’Istruzione (2001-2006), dove fu la protagonista di anni di forti contestazioni per gli interventi in favore della scuola privata. Nel 2006 è stata eletta sindaco di Milano ma senza poi essere riconfermata, infatti è stata in seguito sconfitta da Guliano Pisapia. Tra il 2019 - 2020 ha ricoperto la carica di presidente della Cda Ubi Banca. Nel suo curriculum c’è anche una condanna della Corte dei conti lombarda arrivata nel 2009, poi confermata dalla Cassazione nel 2019: Moratti, insieme ad alcuni consulenti e dirigenti, fu condannata a pagare 360mila euro danno erariale per la vicenda delle cosiddette “consulenze d’oro”. Si trattava di “illeciti conferimenti di incarichi dirigenziali” a sei persone e per “non consentite nomine di addetti all’Ufficio Stampa comunale” per altre sei. La sentenza d’Appello è arrivata il 22 dicembre del 2016 : la Corte dei Conti centrale ha condannato Moratti e gli ex assessori a pagare oltre un milione di euro, circa 591 mila euro solo per l’ex sindaco di Milano.
Carlo Nordio: ex magistrato, procuratore aggiunto di Venezia, dove ha seguito tra le altre cose l’inchiesta sul Mose. Durante la sua carriera ha indagato sulle cooperative rosse ai tempi di Mani Pulite e poi sulle Brigate rosse. Favorevole al referendum della Giustizia voluti dal centrodestra e, dopo l’attacco alla sede della Cgil, si era schierato contro lo scioglimento di Forza Nuova. Inoltre a giugno era stato ascoltato in commissione Giustizia del Senato nel corso del ciclo di audizioni sul ddl Zan in cui aveva definito la pedofilia un “orientamento sessuale”.
Infine dal palco della Leopolda aveva attaccato pubblicamente il magistrato Nino Di Matteo a sostegno della sua tesi sulla separazione delle carriere. “La corte d’assise di Palermo ha sgretolato l’inchiesta della Trattativa stato mafia assolvendo il generale Mori e tanti altri imputati, smentendo l’impostazione accusatoria del pubblico ministero, uno dei quali era il dottor di Matteo, oggi il dottor di Matteo siede al Consiglio superiore della magistratura - ha detto - Se i due giudici togati dovessero un domani chiedere una valutazione o una promozione la chiederanno al Csm, e chi siede al Csm? Siede il dottore di Matteo. Ci troviamo nella condizione paradossale e secondo me demenziale, che un giudice viene giudicato nella sua progressione dal pubblico ministero al quale quello stesso giudice aveva dato torto. Se noi spiegassimo queste cose a un giurista americano questo resterebbe perplesso perché per lui questa cosa è incomprensibile, però purtroppo è così”.
Marcello Pera: senatore di Forza Italia e Popolo delle Libertà dal 1996 al 2013 e ha ricoperto l’incarico di presidente del Senato nella XIV legislatura. Il pregiudicato Denis Verdini (condannato in Cassazione a sei anni e sei mesi di reclusione per il crac del Credito cooperativo fiorentino) hanno raccontato i giornali in questi mesi, aveva rilanciato il nome di Pera nella sua rosa personale di nomi ideali per il centrodestra. Pera è contro anche all’ambientalismo e alle politiche sociali di Papa Francesco: “Per quello che riguarda i fondamenti della fede cattolica, questo pontificato è un oltraggio alla ragione. Però nessuno, fedeli o vescovi, dice nulla, nessuno ha il coraggio di ribellarsi, eppure sono in tanti che dubitano. Il problema è che la Chiesa è ridotta ad una specie di Ong, bada maggiormente al sociale, ha trasformato Greta in un idolo, corre dietro a visioni solidaristiche, politiche e sociali, al buonismo”.
Le votazioni riprenderanno domani mattina alle 11.00.

Foto © Imagoeconomica

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