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I giudici della Corte d'Assise di Siracusa hanno emesso condanne, per oltre 170 anni di carcere, nei confronti di 16 imputati accusati di far parte del clan mafioso Giuliano di Pachino che controllava il mercato ortofrutticolo con le intimidazioni e gestiva un traffico di droga. Il processo è scaturito dall'operazione "Araba Fenice", l'inchiesta dei magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania (sostituto Alessandro Sorrentino) e degli agenti della Squadra mobile di Siracusa, culminata nel luglio del 2018 con l'arresto di 19 persone che, secondo la tesi degli inquirenti, avrebbero esercitato un potere intimidatorio nei confronti dei produttori agricoli, praticamente costretti a consegnare la merce ai vertici dell'azienda La Fenice, sotto il controllo della cosca capeggiata da Salvatore Giuliano. Inoltre, secondo la  ricostruzione della Dda di Catania, gli esponenti della consorteria mafiosa, avrebbero costretto i centri di distribuzione ed altri commercianti a comprare i prodotti della loro azienda. Si sarebbe creato un cartello che gli inquirenti avrebbero scoperto grazie alle intercettazioni telefoniche. Secondo la Dda di Catania, il gruppo avrebbe anche preteso il pagamento di una provvigione come corrispettivo di una presunta mediazione contrattuale svolta tra produttori e commercianti.
Nell'inchiesta, oltre ad un traffico di droga, è emersa la capacità del gruppo di influenzare l'attività amministrativa del comune di Pachino, che, dopo essere stato al centro di un'ispezione della commissione di inchiesta prefettizia, è stato sciolto per mafia nel 2019. I giudici hanno anche disposto la confisca delle quote sociali della società La Fenice, di un magazzino in contrada Cozzo Flua, a Pachino ed un conto corrente bancario di 4 mila e 700 euro. Salvatore Giuliano, insieme al figlio Gabriele, è anche imputato in un altro processo per le minacce, aggravate dal metodo mafioso nei confronti di Paolo Borrometi, vicedirettore dell'Agi e direttore del sito ‘laspia’. I due sono accusati di aver pubblicato sul profilo Facebook del sito la spia e su quello personale del giornalista delle frasi minacciose in merito alla pubblicazione di una inchiesta giornalistica del 22 agosto del 2016 redatta da Paolo Borrometi e relativa agli affari della mafia nei comuni del Siracusano.

Foto © Imagoeconomica

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