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I reati ipotizzati sono favoreggiamento, omissione d'atti d'ufficio e falso. I legali della famiglia: “Atto dovuto, siamo soddisfatti”

La procura di Genova sarebbe pronta per aprire una nuova inchiesta, dopo quella chiusa a gennaio, sul caso David Rossi. I reati che potrebbero essere ipotizzati dalla procura quando riceverà gli atti dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte del capo comunicazione Mps, avvenuta nel marzo 2013 a Siena, sono favoreggiamento, omissione d'atti d'ufficio e falso. Il presidente della commissione, Pierantonio Zanettin, aveva annunciato l'invio degli atti ai magistrati genovesi, competenti a indagare sui magistrati del distretto toscano, dopo l'audizione del colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco, all'epoca comandante provinciale di Siena.

Aglieco ha riferito del sopralluogo fatto nell'ufficio di Rossi poco dopo la morte del manager, insieme agli inquirenti, in particolare con il pm Antonino Nastasi, uno dei tre sostituti senesi, insieme a Nicola Marini e Aldo Natalini, che indagarono. Dal resoconto, per i commissari, sarebbe emerso un grave inquinamento probatorio: dal rovesciamento del cestino, alla chiusura della finestra da cui precipitò Rossi in un vicolo sul retro della sede di Mps, dagli effetti personali toccati o mossi nella stanza tra cui il computer, fino ai momenti in cui un pm avrebbe risposto a due telefonate pervenute sul cellulare del manager. Aglieco era stato sentito dai magistrati genovesi nell'ambito dell'inchiesta, poi archiviata, sui presunti festini a luci rosse a cui avrebbero partecipato alcuni magistrati senesi che poi avrebbero insabbiato le indagini sulla morte di David Rossi. L'ufficiale non aveva però raccontato quanto poi emerso in Commissione. E a breve, dunque, potrebbe ripartire una nuova indagine a Genova. "Credo sia un atto dovuto come però era, a mio avviso, un atto dovuto fare approfondimenti quando c'era l'indagine pendente a Genova”, ha commentato l’avvocato Carmelo Miceli, legale di Antonella Tognazzi, moglie dell'ex capo della Comunicazione di Mps David Rossi e della figlia di lei, Carolina Orlandi. “Siamo grati alla Commissione di inchiesta per il lavoro che sta svolgendo, non siamo entusiasti del fatto che quella procura, che oggi si mostra pronta a riaprire il fascicolo, non abbia avuto la stessa capacità di reazione nella prima indagine sull'abuso di ufficio e quando sollecitammo ulteriori atti di indagine". "La riapertura di un'inchiesta su fatti che possono anche essere prescritti non ci soddisfa: se qualcuno vuole fare chiarezza, l'apertura di indagini pro forma servono a poco e a nulla - ha concluso Miceli - Pretendiamo ci sia un'indagine seria che abbia a che fare con il fatto principale ossia le cause della morte di Rossi e che, in quel contesto semmai, quei fatti prescritti possano essere anche approfonditi".

Foto © Imagoeconomica

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