Il boss per i pm era referente del clan per il cartello
Trent’anni anni di reclusione per i boss Salvatore Casamonica (in foto) e Tomislav Pavlovic e 22 anni a Silvano Mandolesi. Sono state queste le richieste di pena fatte dal pubblico ministero della Capitale Giovanni Musarò in sede di requisitoria nel processo frutto del blitz antidroga del gennaio 2019, 'Brasile low cost'. Dalle indagini - anche grazie a due collaboratori di giustizia - era emerso che Salvatore Casamonica era il referente dell'organizzazione per il traffico di stupefacenti ed aveva stretto contatti con i 'narcos' per l'importazione dal Brasile in Italia di circa 7 tonnellate di cocaina, una quantità equivalente alla produzione annuale di un cartello colombiano. Un business in cui i Casamonica avevano investito 4 milioni e mezzo di euro. I trasporti dei carichi di droga sarebbero dovuti avvenire con un aereo privato, sul quale sarebbe stata nascosta circa una tonnellata di polvere bianca per viaggio. Inoltre per il pm, Salvatore Casamonica, ricopriva un ruolo centrale "certamente di vertice nel sodalizio - come sottolineato nella requisitoria - tenendo i rapporti diretti con i fornitori colombiani". Aveva un ruolo di "raccordo" tra Pavlovic, l'albanese Dorian Petoku e altri sodali da un lato, e Mandolesi con altri dall'altro. Casamonica inoltre si occupava di ogni aspetto relativo al funzionamento del sodalizio era proprio lui ad avvicinare il 'Francese', (infiltrato, ndr), chiedendone il supporto per organizzare l'importazione dello stupefacente dal Sudamerica".
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