Il leader delle Agende Rosse intervenuto a Milano con WikiMafia
Sono successe molte cose nel panorama giudiziario in quest’ultimo periodo. Troppe, e anche poco piacevoli. In primis fra tutte la sentenza d’Appello sul Trattativa letta il 23 settembre scorso, l’abolizione dell’ergastolo ostativo che potrebbe rimettere in libertà boss stragisti come Giuseppe Graviano o suo fratello Filippo, il terremoto nella magistratura esploso con lo scandalo Palamara e la rinnovata minaccia di morte al magistrato Nino Di Matteo da parte dello ’ndranghetista Gregorio Bellocco. Eventi che hanno pesato molto sull’animo di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino, e che hanno messo a dura prova la sua resistenza. Ma, con la grinta che lo contraddistingue, ancora una volta è tornato a parlare del “sogno di Paolo”, “un sogno d’amore”, e questa volta lo ha fatto durante l’ultimo evento organizzato da WIkiMafia intitolato “L’impegno di tutti” svoltosi il 15 ottobre nell’aula magna dell’Università degli studi di Milano.
L’evento, scandito dalle domande del sociologo e fondatore di WikiMafia Pierpaolo Farina ha abbracciato diversi argomenti tra cui, ovviamente, anche la sentenza d’Appello del Trattativa, “la scellerata Trattativa” come l’ha definita Salvatore.
“Il 19 luglio 1992 è stata una strage di Stato”. “Di questo mi ero convinto dopo anni di silenzio. In via d’Amelio ci sono stati delle persone in giacca e cravatta che aspettavano per prendere quell’agenda, per farla sparire dalla macchina di Paolo. Perché se non fosse stata fatta sparire quell’agenda sarebbe stata una strage inutile”.
Ma, ha continuato Salvatore, la cosa più agghiacciante non è stata la strage o la trattativa ma il fatto che quest’ultima, secondo i giudici, “non costituisce reato. Anche se sull’altare della trattativa sono stati sacrificati Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta”.
E oltre a questo si somma il fatto che lo Stato stesso, secondo le parole di Salvatore, “ha abdicato a dare giustizia ai suoi cittadini” con l’introduzione della riforma Cartabia e che continua a omaggiare ipocritamente i martiri caduti nella guerra contro la mafia. “Paolo Borsellino e Giovanni Falcone sono diventati dei santini” due figure “da appendere” come se l’antimafia per un certo Stato o per certe persone significasse solo questo.
Il tema della lotta alla mafia, “è stato sempre relegato agli ultimi posti - ha detto - neanche Draghi ne parla e solo quando alcuni giornalisti gli fecero notare della omissione la mise nei sui discorsi”, tuttavia c’è ancora una parte dell’opinione pubblica che è ancora interessata e che si adopera in modo attivo per far si che le parole e soprattutto i frutti del lavoro di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone non vengano dispersi nel tempo.
Ed è proprio all’opinione pubblica che è stata negata la verità attraverso l’esecuzione di depistaggi e insabbiamenti, come ad esempio, ha detto Salvatore, il dossier mafia e appalti, “sono assolutamente convinto” che “non sia altro che un depistaggio attuato dai Ros. Quella riunione fu chiesta da Paolo specificatamente per parlare della trattativa e non di questo dossier mafia e appalti” ha detto, sottolineando che “io ho delle idee completamente discordanti da mia nipote Fiammetta che continua a sostenere questa tesi”.
Durante il suo intervento, il fratello di Paolo ha sottolineato il fatto che lo Stato e “gli stessi politici che si sono indignati per la scarcerazione di Brusca ora si preparano a firmare la legge sull’ergastolo ostativo” e che “c’è in atto una strategia della criminalità organizzata per arrivare a far sì che la dissociazione possa essere riconosciuta come causa della diminuzione della pena. E vedrete che prima o poi tutte queste cose passeranno, perché devono pagare delle cambiali”, le cambiali appunto di quella scellerata trattativa che è ancora in corso.
Tutto questo, come detto all’inizio, ha rappresentato una grande sfida per Salvatore il quale però non si è perso d’animo, “chi mi dà forza? Siete voi giovani. Sono sicuro che voi giovani continuerete a lottare” per “un Paese dove si respiri il fresco profumo di libertà. E sono sicuro che voi un giorno coronerete questo sogno. Il sogno di Paolo”. A fine evento Salvatore ha ricordato le parole di suo fratello, parole che oggi più che mai devono essere una stella polare per la lotta contro i sistemi criminali e i loro fiancheggiatori: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”.
Foto © Davide de Bari