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La recente sentenza della corte costituzionale polacca ha provocato una sorta di corto circuito istituzionale nel cuore dell’Europa. Una sentenza, che ravviva lo scontro fra forze europeiste e sovraniste dichiarando incostituzionale parte del trattato di adesione di Varsavia all'Unione Europea. Infatti, i supremi giudici polacchi hanno di fatto sancito la preminenza del diritto dello stato polacco su quello europeo. La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante il suo intervento al Parlamento europeo ha dichiarato che "siamo preoccupati per l'indipendenza dei giudici da tempo, perché l'immunità dei giudici è stata spesso rimossa senza giustificazione, questo minaccia l'indipendenza del sistema giudiziario che costituisce un pilastro dello stato di diritto. La situazione è peggiorata. La Commissione europea sta valutando attentamente la sentenza, posso già dirvi oggi che sono fortemente preoccupata perché mette in discussione le basi dell'Unione europea. Mi rammarico profondamente che ci troviamo in questa situazione. Sono sempre stata un fautore del dialogo e lo sarò sempre. Questa è una situazione che può e deve essere risolta. E vogliamo una Polonia forte in un'Europa unita. Vogliamo che la Polonia sia al centro dei nostri dibattiti sulla costruzione di un futuro comune". "La Polonia - ha aggiunto - ha una partecipazione in Europa. Insieme, possiamo costruire un'Europa forte e fiduciosa in un mondo in cui altre grandi potenze diventano sempre più assertive. L'Europa ha beneficiato dell'esperienza unica della Polonia. Senza il popolo polacco, il nostro viaggio europeo sarebbe stato molto diverso. Quando Karol Wojtyla, come Papa Giovanni Paolo II andò in patria, cambiò per sempre la storia europea. Quando Lech Walesa con un gruppo sparso di sindacalisti ha sconfitto un potente esercito, abbiamo visto l'inizio della caduta della cortina di ferro. E quando il presidente Lech Kaczynski ha ratificato il Trattato di Lisbona insieme alla Carta dei diritti fondamentali, ha riaffermato l'impegno della Polonia nei confronti dei nostri valori”. E Poi ancora, ha ricordato von der Leyen, “i polacchi hanno svolto un ruolo fondamentale nel rendere integra la nostra Unione, consentendo alla loro patria di prosperare come parte vitale della nostra Unione. E lo saranno sempre. Polonia, sei e sarai sempre nel cuore dell'Europa”.
A fare eco alle parole della Presidente von der Leyen anche il ministro degli esteri sloveno Anze Logar il quale ha sottolineato il fatto che “la primazia del diritto Ue è il fondamento dell'eguaglianza nel modo in cui vengono trattati gli Stati, garantisce che tutti i cittadini godano degli stessi diritti: se non fosse così non ci sarebbe parità di trattamento e il mercato unico europeo. Siamo impegnati a un confronto positivo e costruttivo sulle questioni dello Stato di diritto”.

Le diverse opzioni per la Polonia
"Non possiamo permettere e non permetteremo - ha detto von der Leyen - che i nostri valori comuni siano messi a rischio. La Commissione agirà e le opzioni sono tutte note. La prima opzione è la procedura d'infrazione per impugnare legalmente la sentenza del Tribunale costituzionale polacco". "Un'altra opzione è il meccanismo di condizionalità e altri strumenti finanziari", ha aggiunto la presidente. "Il Governo polacco deve spiegarci come intende proteggere i fondi europei, vista questa sentenza della sua Corte costituzionale". Decisa la posizione del premier polacco Mateusz Morawiecki durante il suo intervento al Parlamento: "Troppo spesso abbiamo a che fare con un'Europa dei doppi standard. Non dobbiamo lottare uni contro altri. Non dobbiamo cercare colpevoli dove non ci sono. La Polonia è attaccata in modo parziale e ingiustificato. Le regole del gioco devono essere uguali per tutti. Non è ammissibile che si parli di sanzioni. Respingo la lingua delle minacce e del ricatto". 

Foto © Imagoeconomica

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