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I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, su delega della locale Procura, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone ritenute responsabili di lesioni personali aggravate dal metodo mafioso. Il provvedimento e' stato emesso dal gip su richiesta della Dda palermitana. L'attività d'indagine, svolta nell'ambito dell'operazione 'Persefone', che ha portato all'arresto lunedì scorso di 8 persone, tra vertici ed elementi di spicco della famiglia mafiosa di Bagheria, ha anche permesso di ricostruire, nel dettaglio, il grave pestaggio dello scorso agosto di Fabio Tripoli, personaggio apparentemente estraneo alle cosche. Quest'ultimo era stato selvaggiamente picchiato, riportando traumi cranici e alla mano, da persone armate di 'cazzottiere' quale 'avvertimento' per il suo comportamento ritenuto problematico. 
Tripoli, infatti, aveva esternato in pubblico la sua intenzione di dare fuoco a un locale da poco inaugurato da Massimiliano Ficano, ritenuto reggente della famiglia mafiosa di Bagheria, e si era anche armato di un'accetta, rinvenuta e sequestrata dai militari durante la perquisizione condotta al momento dell'esecuzione dei fermi disposti dalla Dda di Palermo. L'avere messo pubblicamente in discussione l'autorità criminale di Ficano, secondo quanto accertato dagli investigatori, ha portato a deliberare e pianificarne l'omicidio. I destinatari dell'odierna ordinanza di custodia cautelare in carcere sono stati accompagnati nella casa circondariale "Lorusso-Pagliarelli" di Palermo.

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