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L’allarme dell’autore del libro: “La mafia aspetta le decisioni della politica sull’ergastolo ostativo”

L’Italia è un paese in cui la grossa informazione è ancora in mano alla politica. Ci sono attualmente esponenti politici influenti che sono stati diretti o indiretti protagonisti di una stagione molto complicata, quella della trattativa Stato-mafia, e sono ancora al timone”. A dirlo è Stefano Baudino, articolista di ANTIMAFIADuemila e coordinatore del Movimento delle Agende Rosse di Salvatore Borsellino a Forlì, intervistato in diretta da Pina Giordano per Cusano TV. “Questo - ha continuato - è un periodo in cui tra l’altro si sta discutendo dell’ergastolo ostativo, sia a livello giuridico, che politico e legislativo”. “I boss sono all’erta”, ha avvertito l’ospite. “Per questo ricatto incrociato che si è venuto a creare in questi ultimi trent’anni siamo ancora fermi purtroppo. E c’è da constatare come l’impianto legislativo sul tema, di cui Giovanni Falcone è ideatore, è piano piano stato quasi completamento smantellato da più prospettive. Questo dovrebbe far suonare un campanello d’allarme”. Nel corso della sua intervista Baudino ha presentato il suo libro “La Repubblica Punciuta” (MonettiEditore), illustrando al pubblico da casa quelle che sono le origini di Cosa nostra, della cupola, le guerre di mafia, la Trattativa con lo Stato “che ha partorito le bombe del ’93”, e il contrasto antimafia attuato con coraggio da parte del pool antimafia di Palermo ideato da Rocco Chinnici e poi sviluppato da Antonino Caponnetto. Un pool costituito, tra gli altri, da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, magistrati che Baudino ha descritto come personaggi “ancora oggi fortunatamente e profondamente ingombranti, seppure meno di quanto dovrebbero”. Tornando a parlare di Cosa nostra l’autore del libro ha affermato che l’organizzazione “è una società segreta che ha come fine ultimo, specie dal governatorato di Provenzano, quello di mimetizzarsi il più possibile. E’ una società segreta criminale che si distingue per essere estremamente adattiva rispetto al mutamento sociale”.
Il pool antimafia, in questo senso, è “riuscita prima a identificare Cosa nostra come associazione gerarchica e verticistica - ha spiegato Baudino - e poi è riuscito a portare alla sbarra non soltanto chi si occupava di compiere reati ma anche chi li ordinava”. Falcone e Borsellino però non si erano limitati ad occuparsi solo di mafia militare, ha ricordato l’autore, ma volevano andare oltre “verso la famosa zona grigia”. Ragione per il quale poi sono stati uccisi a poche settimane di distanza l’uno dall’altro. Durante il suo intervento Stefano Baudino ha ripreso l’argomento dell’ergastolo ostativo lanciando un allarme chiaro sul tema. “La mafia aspetta le decisioni della politica sull’ergastolo ostativo, purtroppo dopo una serie di sentenze, decisioni e linee politiche ci sono boss stragisti protagonisti di quella trattativa che potrebbero uscire dal carcere, pur non pentendosi dopo 25 anni di galera. Questo è uno spartiacque incredibile contro il quale noi di ANTIMAFIADuemila e Agende Rosse combattiamo. La mafia sta aspettando di capire se i boss potranno ritornare nei loro territori di competenza e spadroneggiare in quei territori”, ha affermato. L’articolista ha quindi concluso l’intervista invitando la cittadinanza a riporre attenzione alla sentenza di secondo grado del processo sulla Trattativa Stato-mafia che si terrà a Palermo il prossimo 20 settembre. “Un processo per il quale - ha ricordato Baudino - sono stati condannati per lo stesso reato carabinieri, politici e mafiosi. E questo è indicativo di ciò che l’Italia ha passato in questi 25 anni”.

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