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La fotografa indignata: “È un inferno di cui siamo responsabili, alla mia età non pensavo di rivedere certe scene”

“Nel 2001 cosa ci siamo andati a fare? Ad addestrare militari che adesso davanti ai talebani sono fuggiti? È un inferno e noi ne siamo i responsabili: dovremmo essere terrorizzati da ciò che sta accadendo”. E’ indignata Letizia Battaglia, leggendaria fotografa palermitana e volto storico della Sicilia. Intervistata da Il Fatto Quotidiano Letizia Battaglia si è espressa senza mezze misure, come è solita fare, sul caos nel quale è piombato l’Afghanistan con la riconquista dei talebani dopo il ritiro della NATO. Si è interrogata sulle ragioni di questa guerra, lei che la guerra l’ha vista, vissuta, immortalata. Non quella tra eserciti con fucili e anfibi ma quella tra padrini, con coppole e lupare nei primi anni ’80 con la seconda guerra di mafia. Un periodo buio per l’Italia intera che ha portato gli analisti a paragonarla alla drammatica guerra civile in Libano in corso a quel tempo. “A 86 anni non avrei mai voluto rivedere scene simili, avevo sperato, nel mio piccolo, che il mondo si aggiustasse”, confessa. “Penso alle ragazzine che hanno studiato e che pagheranno per questo, a coloro che saranno costrette a indossare quell’orripilante velo. Io me la metterei in casa, una di quelle ragazze. L’Occidente non può stare con le mani in mano e invece vedo politici che da decenni non sono all’altezza del loro ruolo. Quelli che ci comandano sono ridicoli”. Chi dovrebbe comandare, infatti, “non fa il suo dovere - afferma - e sarebbe ora che il popolo lo capisse. Pensi alla Terra, ai mari, ai fiumi, al cibo che mangiamo: dovrebbero essere i primi pensieri di un politico. E invece vincono sempre gli interessi economici”. Nel corso dell’intervista la Battaglia, da fiera femminista, ha lanciato anche qualche frecciatina verso il mondo maschile misogeno senza però risparmiare qualcuna anche al mondo delle donne. 
“Gli uomini danneggiano il modo di vivere in pace delle donne”, dice ricordando che è per colpa dei maschi che l’hanno “messa all’angolo” se ha deciso di lasciare la politica negli anni ’90. “Ma io sono arrabbiata pure con le donne, vorrei che fossero fisicamente più attive. Dobbiamo essere più forti, più severe, più esigenti. Dobbiamo proteggere le altre dal comportamento di certi uomini”. E in merito ai nuovi movimenti femministi commenta: “Non li vedo proprio. Vedo solo parole, quelle che escono dai comunicati stampa delle associazioni. Neanche nei tempi in cui ci fu una presa di coscienza riuscimmo a ottenere un cambiamento. Abbiamo esasperato il maschio occidentale e quello orientale. Ma non mi rassegno, ed è l’unica arma che ho”. Anche di antimafia ha parlato la fotografa di cui ancora oggi si ricordano i celebri scatti nella Palermo degli anni ’80 e ’90. “Com’è possibile che, dopo 120 anni, una setta pericolosa non sia ancora stata sconfitta?”, si chiede la Battaglia. “E questo nonostante il lavoro di meravigliosi magistrati”, puntualizza. Nelle ultime battute Letizia Battaglia parla un po' di sé. 
“Amo la vita, sono affettuosa, allegra. Alla mia età non penso a quello che sarà, ma a quello che è e che mi piace. Non ho perduto il sogno di quella bambina che fotografavo con tanto amore. Sono io quella bambina, pur con tutte le esperienze della mia età. Vedo le mie coetanee che hanno perso interesse, le hanno fatte sentire vecchie. Ma la vecchiaia non è un peccato. Non permetto a nessuno di considerarmi menomata dagli anni”.

Foto © Shobha

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