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Nicola Gratteri: "La mafia emergente è quella albanese, feroce e alleata della 'Ndrangheta"

Il procuratore della repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri lo aveva già anticipato da tempo che le mafie balcaniche, soprattutto quella albanese, sarebbero entrate a gamba tesa nel traffico internazionale di stupefacenti. Ad oggi diverse operazioni nazionali e internazionali hanno confermato tale pressione. Una di queste operazioni ha portato all'arresto del latitante albanese Ardjan Cekini e un'altra ad un maxi sequestro di 400 chilogrammi di cocaina da parte della Guardia Civil spagnola a danno del clan mafioso montenegrino "Skaljari".
In base alle informazioni raccolte da queste due operazioni, questi gruppi criminali si stanno sempre di più affermando sul grande mercato della cocaina tessendo una rete sempre più vasta di rapporti con la 'Ndrangheta Calabrese, la vera cupola monopolistica del narcotraffico di cocaina.

L'Asse Tirana - Reggio Calabria
La criminalità organizzata albanese resta una delle organizzazioni straniere più attive e ramificate sul territorio italiano (Relazione DIA, 2018) esprimendo elevate capacità criminogene anche a livello internazionale poiché riesce a fondere caratteri “tradizionali” (rigida disciplina interna, chiusura a terzi, impermeabilità, affidabilità e alto potenziale intimidatorio) con elementi “moderni” (transnazionalità, imprinting economico e stretti contatti con la politica). La loro potenza economica e militare proviene quasi tutta dal traffico di stupefacenti con l’Europa e in special modo con la criminalità organizzata italiana. Negli ultimi anni infatti i loro emissari hanno cercato di replicare il modus operandi della 'Ndrangheta mandando i loro broker in Sud America per mediare le spedizioni di cocaina verso l'Europa collegandosi direttamente con produttori e trafficanti locali in modo da ottenere i prezzi all'ingrosso più convenienti possibili. Infatti ora i gruppi criminali balcanici sono in grado di comprare la cocaina direttamente dai narcos sudamericani a circa 2000 dollari al chilo (la 'Ndrangheta è l'unica mafia al mondo che riesce a comprarla a 1000 dollari) e a rivenderla all'ingrosso a 40.000 euro al chilo. Secondo l'indagine congiunta di InSight Crime e Global Initiative Against Transnational Organised Crime, "The Cocaine Pipeline to Europe", pubblicata a febbraio, i collegamenti tra la mafia albanese e la 'Ndrangheta hanno consentito ai gruppi di trafficanti di droga dei Balcani di diventare uno dei principali beneficiari del boom del commercio di cocaina nel continente. Anche Sasa Djordjevic, coordinatore sul campo per la Serbia e Montenegro alla Global Initiative, ha confermato tale rapporto, affermando che "negli ultimi due decenni le mafie Albanesi hanno fatto molto lavoro in America Latina per costruire contatti e una reputazione con i cartelli della droga; e hanno sviluppato un 'track record' su entrambe le sponde dell'Atlantico per organizzare grandi spedizioni di cocaina".
Il risultato di tale espansione è la quasi totale egemonia delle mafie albanesi sul commercio della cocaina in diversi Paesi europei tra cui il Regno Unito e la Spagna. Altro episodio che conferma lo stretto legame tra la 'Ndrangheta e la mafia albanese è stato l'arresto (nell'ambito dell'operazione internazionale I-CAN, Interpol Cooperation Against ’Ndrangheta) e la successiva estrazione in Italia dall'Albania di Ardjan Cekini avvenuta il 21 gennaio 2021. L'uomo è stato accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di sostanze stupefacenti nell'ambito dell'operazione “Magma”, coordinata dal Procuratore Capo di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri. Cekini non è uno qualsiasi, ma bensì l’uomo di fiducia della 'ndrina Bellocco di Rosarno (RC) - una delle ‘ndrine più potenti all’interno della ’Ndrangheta calabrese, attiva dagli anni ’70 e alleata con ’ndrine note come i Piromalli, i Mancuso, i Pesce, i Molè - e referente dei Bellocco in tutta l’area balcanica.
Un'altra operazione legata al rapporto ‘Ndrangheta e Albania è stata quella denominata “Basso profilo” che ha coinvolto centinaia di uomini della DDA di Catanzaro, della Polizia di Stato e dei Carabinieri, coordinata dal Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e che ha visto come soggetti coinvolti Lorenzo Cesa, ex eurodeputato e segretario dell’UdC, Francesco Talarico, segretario regionale UdC e Assessore regionale al Bilancio, l’ex consigliere comunale di Catanzaro Tommaso Brutto e l’imprenditore Antonio Gallo, ritenuto dagli inquirenti vicino alle organizzazioni criminali crotonesi in Calabria.
Vi è stato anche il caso di Clemente Balili - ex funzionario pubblico da molti conosciuto con l’appellativo di 'Pablo Escobar dei Balcani' - che secondo un dossier della polizia greca avrebbe costruito una fitta rete di relazioni con alcuni esponenti dei partiti politici albanesi e la 'Ndrangheta calabrese.
Ma le mafie albanesi non sono le uniche che stanno emergendo. Quattro membri del clan mafioso montenegrino degli Skaljari sono stati arrestati con l'accusa di traffico di cocaina verso l'arcipelago al largo della costa nord-occidentale dell'Africa, secondo un comunicato stampa dell'8 agosto della Guardia Civil spagnola. Durante gli arresti, le autorità hanno sequestrato 400 chilogrammi di cocaina e 400.000 euro (quasi 500.000 dollari) in contanti. L'operazione ha dimostrato come i trafficanti di droga montenegrini sono in grado ormai di utilizzare le connessioni latinoamericane per importare grandi quantitativi di cocaina affermandosi sempre di più nel traffico di droga internazionale.

Foto © Imagoeconomica

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