L’audizione in Commissione Antimafia su Cosa nostra, ‘Ndrangheta, Camorra e nuovi affari delle mafie
Qual è il punto della lotta contro la mafia della Direzione Investigativa Antimafia? Quali sono i progressi? Quali sono i punti critici? A che punto è l’impegno al contrasto? E su quali settori hanno messo gli occhi le mafie? A queste e molte altre domande ha risposto stamane in commissione Parlamentare Antimafia il direttore della Dia Maurizio Vallone. In tema sequestri e confisca dei beni Vallone ha detto che “la Dia, nel periodo tra il 1° luglio 2019 e il 30 aprile 2021, ha proposto 131 misure di prevenzione patrimoniali" aggiungendo che "tali attività, che riguardano tutte le matrici mafiose, hanno portato al sequestro di beni per oltre 700 mln di euro e a confische per 418 mln di euro". Vallone ha quindi sottolineato che “nell'ambito dell'attività di prevenzione antimafia la Dia svolge una fondamentale funzione di analisi e monitoraggio del sistema finanziario a scopo di riciclaggio. In tale ambito ha effettuato mirati approfondimenti sulle segnalazioni di operazioni sospette (Sos) provenienti dall'Unità Informazioni Finanziarie della Banca D'Italia (Uif) individuando quelle potenzialmente attinenti alla criminalità organizzata grazie a modelli di analisi sempre più performanti - ha detto Vallone - Dal 1° luglio 2020 al 30 aprile 2021 sono pervenute 106.000 segnalazioni a carico di complessivi 974.000 soggetti (persone fisiche o giuridiche)". "Di queste sono state evidenziate 17.400 segnalazioni di interesse per possibili connessioni con la criminalità organizzata che sono state trasmesse alla Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo - ha proseguito - Una analisi specifica è stata effettuata per le segnalazioni di operazioni sospette collegate a transazioni finanziarie correlate con l'emergenza sanitaria da Covid-19 e inserite nel sistema dai soggetti obbligati secondo le indicazioni emanate dall'Uif con il documento 'Prevenzione di fenomeni di criminalità finanziaria connessi con l'emergenza da Covid-19'". "Dall'inizio del 2020 ad oggi sono pervenute alla Dia 3.516 segnalazioni di operazioni sospette correlate al Covid-19 - ha continuato Vallone - Attualmente 260 segnalazioni di operazioni sospette connesse al Covid-19 sono oggetto di mirati approfondimenti da parte delle dipendenti articolazioni periferiche".
Gli interessi dei clan sulle aziende in crisi, è allarme
Il direttore della Dia ha messo anche l’accento sugli interessi delle organizzazioni mafiose su quelle imprese in difficoltà per causa della pandemia. "Giunge da vari settori della società civile un forte allarme su interessi dei clan verso quelle aziende che sono in forte crisi di liquidità a causa della sospensione delle attività produttive per i vari lockdown". "Queste aziende di piccole e medie dimensioni - ha spiegato - potrebbero consentire un accesso alla propria compagine societaria, in maniera palese o occulta, alle organizzazioni criminali disposte a investire ingenti liquidità proventi da traffici di stupefacenti". Rispondendo a una domanda dei commissari, Vallone ha osservato che al momento su questo allarme di vari settori della società civile non "abbiamo risultanze investigative ma sappiamo che queste cose si vedranno con tempi ancora lunghi. Probabilmente, tra qualche tempo, su questo tema inizieremo ad avere le prime evidenze investigative".
In aumento il contrabbando prodotti energetici
Altro punto importante è il contrabbando di prodotti energetici che ha subito una forte crescita, significativa, in questo senso, è la recente operazione Petrolmafie S.p.a.: “Crescono le infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, prevalentemente della camorra e della ‘Ndrangheta, nel settore del contrabbando di prodotti energetici (olii lubrificanti ed olii base) a causa dei notevoli vantaggi economici derivanti dalla possibilità di immettere sul mercato prodotti a prezzi sensibilmente più bassi di quelli praticati dalle compagnie petrolifere". "Ne deriva - ha spiegato Vallone - che tale ambito criminale, fino a qualche anno addietro riservato a 'specialisti' delle società cartiere e delle frodi carosello ai fini Iva, ha fatto registrare l'interesse della criminalità organizzata attraverso una sinergia tra mafie e colletti bianchi, incaricati di curare le importazioni di carbo-lubrificanti dai Paesi dell'Est Europa, gestire la distribuzione dei prodotti sull'intero territorio nazionale attraverso società-filtro create ad hoc per attestare, attraverso falsa documentazione, il fittizio assolvimento degli adempimenti tributari e, così, riciclare i capitali di provenienza illecita messi a disposizione dai sodalizi mafiosi". "In entrambi i settori criminali - ha concluso il direttore della Dia - a testimonianza che la mafia è in grado di cogliere le varie opportunità offerte dalla globalizzazione, si è evidenziato il ricorso a pagamenti con criptovalute quali i Bitcoin, e più recentemente il 'Monero', che non consentono tracciamento e sfuggono al monitoraggio bancario".
‘Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra
Maurizio Vallone ha quindi parlato delle principali mafie italiane e i loro movimenti, strategie o interessi economici. Per quanto riguarda la mafia calabrese “la ‘Ndrangheta si dimostra altamente pervasiva anche nelle dinamiche al di fuori dei contesti regionali, dove le cosche replicano gli schemi mafiosi originari, cercando di costituire insediamenti strutturati. All'estero i clan privilegiano il radicamento in Stati non cooperativi in termini di law enforcement, le cui maglie larghe agevolano il reinvestimento dei capitali illeciti e rendono difficile il sequestro dei beni". Nel versante siciliano invece “Cosa nostra, ultimamente, sembra aver riaperto le porte agli 'scappati', o meglio alle nuove generazioni di coloro i cui padri avevano dovuto trovare rifugio all'estero, a seguito della guerra di mafia dei primi anni '80. Nell'area centro-orientale a Cosa nostra si affiancano anche altre compagini di matrice mafiosa, e un particolare rilievo è da attribuire alla Stidda, la quale è costituita da gruppi autonomi che operano con un coordinamento di tipo orizzontale". E infine sul fronte campano “la camorra - secondo Vallone - si conferma quel macrofenomeno criminale connotato da un potere mafioso espresso da alcune grandi e consolidate organizzazioni, tra loro autonome e fortemente compenetrate nel tessuto sociale in cui si localizzano. Peraltro, esse presentano connotazioni estremamente eterogenee per struttura, potenza, forma di radicamento, modalità operative e settori illeciti ed economici di interesse. Questo garantisce una straordinaria flessibilità e capacità rigenerativa, nonchè una spiccata attitudine speculativa e affaristica".