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La madre del piccolo Claudio Domino torna a chiedere giustizia per un caso rimasto ancora senza colpevoli

“Ho dovuto sapere dalla tv chi ha ucciso mio figlio. Noi vogliamo la verità, subito. Dopo 35 anni non siamo mai stati chiamati da una procura per avere notizie sul nostro bambino e sulla sua atroce fine. E' insopportabile apprendere il nome del presunto assassino durante una trasmissione televisiva, attraverso le rivelazioni di un giornalista e di un magistrato". E' tanta l'amarezza e la rabbia di Graziella Accetta (in foto), mamma del piccolo Claudio Domino, ucciso ad appena 11 anni il 7 ottobre 1986". La scorsa settimana, durante la puntata del programma Atlantide in onda su La7 e condotto da Andrea Purgatori, è emerso un nuovo spunto di verità. A parlare dell'omicidio sono stati il giornalista Lirio Abbate, che ha parlato del proprio libro su "Faccia da mostro", al secolo Giovanni Aiello nonché poliziotto descritto da diversi collaboratori di giustizia come autore di diversi delitti vicino tanto alla mafia quanto agli ambienti dei servizi deviati, ed il magistrato Gianfranco Donadio.
Sull'omicidio del piccolo Domino si sono dette tante cose, ma il dato oggettivo è che non è mai stato celebrato un processo. Ignoto il mandante, ignoto chi ha sparato il colpo alla testa che ha ucciso lo studente, lungo il marciapiede che costeggia la scuola media Ignazio Florio, che Claudio frequentava assieme al fratello più grande Giuseppe. A trentacinque anni di distanza i genitori, Graziella e Ninni Domino, non hanno mai smesso di cercare la verità.
Come raccontato nel corso della puntata già Luigi Ilardo, il confidente del colonnello dei carabinieri Michele Riccio e ucciso il 10 maggio 1996 poco prima di ufficializzare la sua collaborazione con la giustizia , parlò di "Faccia da mostro" e del ruolo in diversi omicidi tra cui quello di Claudio Domino. "Trovo assurdo che dopo tanti anni dall'omicidio di mio figlio - ha detto la Accetta all'agenzia Agi - non si sia potuta avere verità e giustizia. Solo voci, schizzi di fango e mai una convocazione dai magistrati. Oggi abbiamo il diritto di sapere se quello che disse Ilardo sul ruolo di Giovanni Aiello corrisponde al vero, così come quello che sullo stesso argomento dicono anche altri due collaboratori, Consolato Villani e Nino Lo Giudice". Accetta ha chiesto un incontro con il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato (che ha partecipato alla trasmissione, ndr) ma il magistrato ha chiesto qualche giorno "per raccogliere elementi e ulteriori informazioni. Ho aspettato 35 anni - dice Accetta - qualche giorno in più non mi cambia la vita, oramai stravolta. Ma esigo spiegazioni e risposte. Se non arriveranno manifesterò ogni giorno davanti al Tribunale". Tante le ipotesi che si sono susseguite nell'immediatezza del fatto: da piccolo involontario testimone di fatti legati al traffico di droga a quelle che riguardano l'omicidio Salerno-Di Fiore. "Noi avevamo un'impresa con la quale avevamo vinto la gara per la pulizia dell'aula bunker. Ci avevano fatto controlli - ha detto oggi Graziella Accetta - e accertamenti di ogni tipo. Non dovevamo, e non avevamo, alcun precedente penale né alcun legame con soggetti mafiosi. Quella dichiarazione di Bontade fu uno shock". Le indagini però non hanno portato a nulla: "Come in altri casi, penso - ha concluso - all'omicidio Agostino e a Emanuele Piazza, ad esempio, stessi soggetti in quell'epoca erano a Palermo e conducevano le indagini".

Foto © Emanuele Di Stefano

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