Negli ultimi anni Paolo Borrometi, giornalista d’inchiesta minacciato dalla mafia e vice direttore dell’AGI, ha ricevuto più volte attacchi e intimidazioni sui social. Il responsabile della testata giornalista online “Laspita.it” ha sporto querela e ne sono scaturiti alcuni processi, due dei quali sono stati unificiati, nell'udienza che si è tenuta stamani presso il Tribunale di Ragusa, davanti al giudice monocratico. Si tratta dei commenti in calce ad un articolo del giornalista, pubblicato anche su Facebook, e che aveva come titolo "Da Noto a Rosolini, passando per Avola e Pachino: viaggio nel 'regno' dei Trigilia". Nei processi odierni che verranno trattati dalla prossima udienza in unico precedimento, le imputate sono Roberta Di Maria e Desiré Crapula. Nel primo caso, il commento diffamatorio partito dal profilo di Di Maria, era 'firmato': "Sono Cristian Crapula(...) - si leggeva nel post di commento - che diffamava il padre del giornalista. Stesso tenore il messaggio di Desiré Crapula, che dava al giornalista del fallito e del persecutore, ritornando a diffamarne il padre e e invitandolo a scrivere anche "i nomi dei tuoi amici giudici che hai detto che ti informano e che ti autorizzano a dire tutto ciò, li porterei in tribunale con te...per fare due lire e non sapere nemmeno quello che dire, spia". La famiglia Crapula, è considerata clan di spicco nell'Avolese affiliata al clan Trigila, anche nell'ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia. "Nel comprensorio avolese è anche presente, in una posizione operativa più marginale in quanto agisce come articolazione dei Trigila, il gruppo facente capo ai Crapula - si legge nella relazione della Dia - già colpito, nel gennaio 2019, da un'indagine che ne aveva decimato i ranghi. Si tratta dell'operazione 'Eclipse', con la quale furono tratte in arresto 10 persone a vario titolo ritenute responsabili di danneggiamento seguito da incendio, tentata estorsione aggravata in concorso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravati dall'agevolazione dell'associazione mafiosa della famiglia Trigila e dei Crapula di Avola". Desiré Crapula è la figlia di Michele Crapula già condannato per associazione mafiosa mentre Roberta di Maria è la nuora di Michele Crapula. Complessa l'udienza di oggi. Il pubblico ministero, dopo avere ascoltato la testimonianza di Borrometi presente in aula, si è reso contro di una attribuzione non corretta di una frase a Di Maria che è stata quindi modificata nel capo di imputazione. Il difensore delle due donne ha chiesto che stante la modifica, venissero considerati nulli l'avviso di conclusione indagini e il decreto di rinvio a giudizio. Il giudice dopo la Camera di consiglio ha ritenuto ammissibile la modifica ordinando la trasmissione del verbale di udienza alla Di Maria e fissando la prossima udienza a settembre.
Fonte: AGI
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