In modo molto originale i ragazzi dell'ateneo di Verona sono stati in grado di coinvolgere numerosi cittadini in un ciclo istruttivo che ha trattato un argomento di estrema attualità, quello delle mafie.
Un soggetto non facile da inquadrare per vai della sua labile natura e a cui si rivolge sempre meno attenzione nel panorama dell'educazione. Peccato. Poiché la mafia non è, come vogliono far intendere certi personaggi, "storia vecchia" ma al contrario si è trasformata, riuscendo ad acquisire un peso rilevante nell'ambito non solo politico ma anche economico, come dimostrato anche da recenti inchieste e riti processuali. Primo fra tutti il processo sulla trattativa stato - mafia (oggetto di discussione di alcuni degli incontri) in corso in Appello a Palermo, oppure come il maxi processo denominato "Rinascita Scott" in corso nell'aula bunker di Lamezia Terme.
Storie non raccontate del nostro Paese che subisce da oltre 150anni la presenza delle organizzazioni mafiose sul territorio e che rischia come dimostrano i recenti avvenimenti - in riferimento alla decisione della Corte Costituzionale - di fare dei gravi passi indietro nella lotta alla criminalità mafiosa.
Paolo Borsellino come altri coraggiosi operatori del diritto confidavano nelle nuove generazioni, le quali sono le più adatte a sentire da subito "il fresco profumo di libertà".
Libertà che si deve conquistare partendo da una presa di coscienza costruita sia una solida base informativa.
Infatti come testimoniano i numeri, gli incontri con i ragazzi dell'Università di Giurisprudenza di Verona e con gli ospiti da loro chiamati hanno avuto grande successo.
Le serate sono state organizzate sulla piattaforma Zoom dall'associazione Elsa di Verona, già patrocinata dal dipartimento di Scienze giuridiche dell’ateneo, in collaborazione con l'associazione culturale Falcone.
Gli incontri hanno interessato secondo le statistiche più di 2000 spettatori, con una media di 226 persone a serata, 3500 visualizzazioni a video e oltre 1260 minuti di registrazione. Positiva anche la risposta dalla classe docente che ha visto la partecipazione di oltre 120 professori delle scuole secondarie che hanno deciso di inserire “Mafia in Nove Atti” nei programmi di “Educazione alla cittadinanza”.
“I numeri sono un segnale di riconoscimento di un progetto di valore - hanno detto con soddisfazione Lucrezia Bolla e Niccolò Da Pra di Elsa Verona - che ha portato avanti in modo coraggioso e originale i valori di legalità, di approfondimento e ricerca della verità storica e di attivismo della coscienza civica collettiva. Il nostro auspicio è che l’impegno e l’interesse verso l’antimafia e la cultura della legalità proseguano, con queste ed altre iniziative, anche in futuro”.
Numerosi anche gli ospiti illustri che hanno presenziato nei rispettivi incontri, come il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, il professore Antonino Nicaso, Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino, l'ex membro delle scorta del giudice Giovanni Falcone Angelo Corbo, il caporedattore della rivista online AntimafiaDuemila Aaron Pettinari, il procuratore Aggiunto della DDA di Milano Alessandra Dolci, il collaboratore di giustizia Luigi Bonaventure e tanti altri ospiti che hanno dato il loro contributo alla realizzazione di questo programma educativo. L’ultimo incontro, a tema Ecomafie, ha visto partecipare il prefetto di Verona, Donato Cafagna, che ha espresso il proprio sostegno e il plauso per l’iniziativa.
Tra i docenti vi hanno partecipato anche, in qualità di moderatori, Lorenzo Picotti e Roberto Flor, del dipartimento di Scienze Giuridiche, e Franco Fummi, del dipartimento di Informatica.
I lavori, conclusi venerdì nove aprile, hanno raccolto anche delle performance teatrali, talvolta anche inedite, come quella dalla compagnia teatro Bresci con Giacomo Rossetto e Anna Trigali, del movimento culturale internazionale Our Voice con Lucia Sgarbossa e della live di “Regina Nuda” con Vittoria Iannacone e Annalisa Insardà.
Questo progetto concepito da ragazzi giovanissimi porta speranza a tutti quegli operatori del diritto che lottano e che rischiano la vita per liberare il nostro paese dal cancro mafioso.
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