Secondo le autorità si tratta di un omicidio commesso da sicari professionisti
Giorgos Karaivaz, noto giornalista greco, è stato ucciso lo scorso 9 aprile davanti alla propria abitazione ad Atene. La polizia ha dichiarato che Karaivaz - che aveva 52 anni, lavorava scrivendo di cronaca nera per l'emittente televisiva privata Star e aveva anche un blog di notizie chiamata bloko.gr -, è stato freddato dopo essere sceso dalla sua auto di ritorno dal lavoro, con diversi colpi di arma da fuoco sparati da due persone su uno scooter. "Condanniamo fermamente l'uccisione del giornalista Giorgos Karaivaz, esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia e ai suoi colleghi e chiediamo alla polizia greca di condurre un'indagine rapida, trasparente e approfondita sulla sua uccisione. Le autorità devono determinare se Karaivaz è stato preso di mira per il suo lavoro e dovrebbero fare tutto il possibile per trovare gli assassini e assicurarli alla giustizia", ha dichiarato Carlos Martinez de la Serna, direttore dell'organizzazione indipendente Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ). Il giornalista si occupava anche di criminalità organizzata e corruzione. Recentemente aveva anche lavorato su affari loschi tra funzionari corrotti e la malavita. Secondo quanto riportato dalle autorità, Karaivaz non aveva richiesto la protezione da parte della polizia o segnalato alcuna minaccia di morte. Un funzionario di polizia ha detto a Reuters che si è trattato di un "colpo da professionisti". Le autorità non hanno inoltre escluso che i due esecutori avessero dei complici. Un portavoce della polizia ha affermato che l'attività investigativa sta percorrendo "ogni direzione" nel tentativo di identificare i possibili mandanti dell'omicidio, forse legato alle inchieste sui legami tra pubblica amministrazione e criminalità organizzata che Karaivaz stava portando avanti. L’omicidio ha sconvolto il paese e anche le massime autorità europee si sono dette scioccate. Il governo greco, i partiti di opposizione e il principale sindacato dei giornalisti del paese hanno condannato fermamente l'attacco. Maria Antoniadou, a capo del sindacato giornalisti ESIEA, ha detto: "Chi pensa che in questo modo possa mettere a tacere i giornalisti sappia che ci sono altri 6.099 giornalisti che indagheranno e chiederanno di sapere cosa è successo". Helena Smith da Atene scrive sul Guardian che "sebbene non sia insolito che le redazioni dei media greci siano l'obiettivo di bombe incendiarie e attacchi di vandalismo, le uccisioni di giornalisti sono relativamente rare in Grecia. A luglio, l'editore e direttore di Makeleio, Stefanos Chios, è sopravvissuto dopo essere stato colpito al collo e al petto da colpi di arma da fuoco sparati da un uomo incappucciato fuori dalla sua casa. Il caso è ancora sotto inchiesta. Undici anni fa, mentre la Grecia entrava in crisi economica e politica, il giornalista investigativo Socratis Giolias è stato ucciso davanti alla sua abitazione da aggressori mascherati che gli hanno sparato sedici volte davanti alla moglie incinta". Karaivaz è il terzo cronista assassinato in Europa dal 2017 a oggi. Quattro anni fa Daphne Caruana Galizia è stata uccisa a Malta e il 22 febbraio 2018 in Slovacchia è stato ucciso Jan Kuciak, insieme alla sua fidanzata Martina Kušnírova. In entrambi i casi si tratta di omicidi maturati in seno a quelle zone grigie in cui convivono facoltosi faccendieri, soggetti delle criminalità organizzata ed esponenti delle istituzioni.
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