Dalle scuole chiuse al lavoro minorile (502 i casi in Italia), il Covid compromette la crescita delle nuove generazioni
Nelle ultime settimane si stanno moltiplicando gli allarmi di esperti, operatori sanitari, educatori, sugli effetti fisici e psicologici con cui la pandemia sta infierendo sui minori. L’anno scorso infatti sono aumentati i bambini affamati, isolati, maltrattati. L’istruzione di centinaia di milioni di loro è stata interrotta: si parla di un miliardo in 130 Paesi del mondo. Da quasi un anno le scuole sono chiuse per oltre 168 milioni di studenti e circa un terzo di loro resterà lontano da ogni forma di apprendimento, anche da remoto. L’accesso ai servizi di protezione sanitaria, comprese le vaccinazioni, è stato compromesso: 94 milioni di piccoli rischiano di perdere quelle contro il morbillo. Dallo scorso novembre si contano 140 milioni di bambini poveri in più, e in 59 paesi migliaia di piccoli rifugiati e richiedenti asilo non accedono più alla protezione sociale correlata al Covid-19, a seguito della chiusura delle frontiere e della crescente xenofobia. Prima della fine del decennio potrebbero verificarsi dieci milioni di matrimoni infantili in più. Non solo, secondo il report Covid-19 and child labour: A time of crisis, a time to act, milioni di bambini rischiano di essere spinti al lavoro a causa della crisi innescata dalla pandemia. In Italia, nonostante il lavoro minorile è vietato per legge dal 1967, l’ultima ricerca nazionale - curata dall’Associazione B. Trentin della Cgil e da Save the Children e risalente, purtroppo, al 2013 - stima in circa 340.000 i minori di 16 anni con alle spalle esperienze di lavoro, di cui il 7% di nazionalità straniera. L’Ispettorato Nazionale nel 2019 ha accertato 502 illeciti, di cui 243 hanno riguardato la tutela fanciulli e adolescenti: non si tratta di bambini schiavi, ma di piccoli caduti in una zona grigia di abusi, maltrattamenti e sudditanza. Lo sfruttamento minorile non è associato solo ad alcune aree sottosviluppate e/o in via di sviluppo, e non rappresenta la conseguenza inevitabile della povertà: è una piaga diffusa in ogni parte del mondo e migliaia di piccole vittime vivono accanto a noi in condizione di soggezione, abbandono, precarietà.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
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