Ilaria Cucchi: "Da generale Casarsa un triste spettacolo"
"Oggi il Pubblico Ministero, interrogando il Generale Casarsa, sta portando alla luce non solo l'origine dei depistaggi delle indagini ma anche della macchina del fango contro Stefano ed i miei genitori quando, fin da subito dopo la sua uccisione, è stato definito in atti ufficiali firmati dall'alto ufficiale, tossicodipendente in fase avanzata, anoressico e sieropositivo". Con queste parole in un post su Facebook Ilaria Cucchi, sorella del giovane geometra morto una settimana dopo l'arresto, commenta l'udienza odierna in cui è stato sentito il generale Alessandro Casarsa, uno degli otto militari sotto processo per i depistaggi in seguito alla morte di Stefano Cucchi, all'epoca dei fatti comandante del Gruppo Roma. "Il Generale Casarsa non è in grado di spiegare l'origine di queste informazioni - ha scritto Ilaria Cucchi - Che triste spettacolo. Quanta rabbia che provo. Quanto dolore inflitto a tutti noi. Quanta arroganza impunita".
In aula il militare, rispondendo in aula a una domanda del pm, Giovanni Musarò, ha affermato: "Non ho mai dato indicazioni di aggiungere o modificare le relazioni di servizio".
Il riferimento è dell'alto ufficiale è alle annotazioni degli appuntati, Francesco Di Sano e Gianluca Colicchio, all'epoca in servizio alla stazione di Tor Sapienza dove Cucchi fu portato e trattenuto nella camera di sicurezza. "Ho iniziato a occuparmi della vicenda di Stefano Cucchi la mattina del 27 ottobre 2009 - ha ricostruito il generale Casarsa -, quando ho ricevuto la disposizione da parte di Vittorio Tomasone (all'epoca dei fatti comandante provinciale a Roma, ndr) che mi chiamò e mi chiese di raccogliere le relazioni di servizio dei militari che, a vario titolo, avevano avuto a che fare con il detenuto. Serviva ricostruire la filiera degli eventi, capire cosa era successo nella varie fasi".
La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria
"Sia tramite Cavallo che tramite i comandanti - ha detto Casarsa - chiesi le relazioni di servizio ai militari che avevano avuto contatto con Cucchi senza indicare da quale momento, non ho dato termini temporali, a me serviva ricostruire l'evento. Noi volevamo ripercorrere tutti i passaggi che c'erano stati per poi fare una relazione da inviare al comando provinciale. Non sapevo che c'era un'interrogazione parlamentare". Alle domande del pm sulla situazione che viveva l'Arma di Roma con l'arresto dei carabinieri per la vicenda dell'allora governatore del Lazio, Piero Marazzo, e con le notizie sul caso Cucchi, Casarsa ha risposto: "Ricordo la vicenda Marrazzo con il trasferimento di un intero reparto. Il fatto che ci fossero stati degli arresti era doloroso ma non c'era fibrillazione". Dopo la richiesta di Tomasone "ho detto a Luciano Soligo (allora comandante della compagnia Talenti Montesacro, ndr) di farsi dire quello che era successo. Non ho mai dato indicazioni sui contenuti, non scendevo nel dettaglio delle relazioni, io ho preso atto del loro contenuto solo quando le ho trasmesso al comando provinciale. Dissi che non mi servivano considerazioni mediche, le avremmo acquisite dal 118 ma sapere cosa avevano fatto i nostri militari. A me interessavano i fatti e non i riferiti, ho dato solo indicazioni sui principi guida", ha concluso Casarsa.
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