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Nuovo video del Movimento Our Voice in difesa dell’ambiente e dell’ecosistema

Il 2 febbraio 1971, rappresentanti di 18 Paesi durante una conferenza realizzatasi in Iran, nella città di Ramsar, firmarono l’omonima "Convenzione Ramsar" da cui nacque la "Giornata Mondiale delle Zone Umide". Ed è proprio in occasione di questa ricorrenza che il Movimento attivista Our Voice ha realizzato il suo nuovo video in difesa dell'ambiente. Disponibile sul profilo Instagram di Our Voice Latinoamerica, il video, intitolato “Ley de Humedales YA” (“Legge per le Zone Umide, Ora”), lancia un monito chiaro: serve subito una legge che tuteli le zone paludose. Il focus è incentrato principalmente sul continente Sudamericano (in particolare sull’Argentina), ma ciò non toglie che nel resto del mondo le condizioni in cui versa l'ambiente, ed in particolare le aree paludose, siano migliori.
Il video, diretto dal giovane Ramiro Cardoso (membro di Our Voice Rosario, Argentina), chiama l’attenzione mediatica e dei cittadini circa la necessità di porre tra i primi punti delle agende politiche dei governi la protezione di questi ecosistemi. Si tratta di ambienti fondamentali per garantire le riserve di acqua dolce e immagazzinare carbonio. Secondo Legambiente, infatti, le Zone Umide “rappresentano i serbatoi di carbonio più efficaci sulla Terra, immagazzinandone il doppio rispetto a quello assorbito da tutte le foreste”.
Purtroppo, sono aree a rischio di estinzione a causa, principalmente, delle corporazioni agroalimentari, immobiliare e minerarie che espandono sempre più i loro orizzonti e i loro confini, abbattendo e distruggendo interi ecosistemi fino ad arrivare in luoghi sempre più remoti. Corporation che non si fermeranno finché non avranno esaurito l'ultimo pezzo di terra per i loro interessi.
"È per il progresso - dicono le imprese -. Non esiste altra forma per alimentarci". Menzogne celate dietro a slogan insulsi. Ancora una volta sono gli interessi economici e di potere che la fanno da padrone. Vengono vestiti sotto false spoglie per abbindolare il cittadino poco informato nel tentativo di inglobarlo nella logica di pensiero consumista e capitalista a discapito dell'ambiente.
Chi contrasta leggi che tutelano l’ambiente solitamente afferma che: "Minacciano la proprietà privata"; "I beni comuni non si negoziano"; o, peggio, "Sono danni produttivi". Affermazioni che si commentano da sole se si prendessero in considerazione alcuni dati. Ad esempio, nel 2020 solo in Argentina più di un milione di ettari di foresta sono stati colpiti da incendi il cui 95% dolosi. Secondo gli esperti, inoltre, le Zone Umide sono di vitale importanza per l'ecosistema ricoprendo un’area totale di oltre 12,1 milioni di chilometri quadrati (più del Canada) presso la quale il 40% della biodiversità mondiale vive o si riproduce. Oltre ad avere un ruolo fondamentale per rallentare il riscaldamento globale.
Infine, la mancanza di tutela anche nei confronti di questo ecosistema rappresenterebbe il passo decisivo per il punto di non ritorno. La crisi ambientale e climatica si sta sempre più rivelando una "Spada di Damocle": una minaccia che questa volta, però, non incombe più solo sulla testa del Principe, ma su tutta l'umanità.

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