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L’ulivo di via d’Amelio “simbolo che va protetto da inutili passerelle politiche”

"Via D'Amelio è sacra: quel luogo, quell'albero non possono restare incustoditi". E’ intervenuto così all'Adnkronos Salvatore Borsellino nel giorno del compleanno del fratello Paolo, il 19 gennaio. Oggi il magistrato ucciso, con gli agenti della sua scorta nella strage del 19 luglio 1992, avrebbe compiuto 81 anni. "Quell'albero - piantato nella buca scavata dall'esplosione che ha fatto a pezzi Paolo, Agostino, Claudio, Emanuela e Eddie Walter - è stato voluto da nostra madre, perché potesse accogliere le persone, i giovani soprattutto, che vengono in quella via a trovare Paolo, ad onorare la memoria di suo figlio e delle persone uccise insieme a lui". "Nostra madre - ha ricordato il fondatore delle Agende Rosse - ha passato gli ultimi cinque anni della sua vita, affacciandosi spesso a guardare l'albero, le cui fronde si riempivano dei ricordi che le persone lasciavano e lasciano tuttora: un fazzoletto, un cappellino, un braccialetto, una sigaretta non fumata, qualcosa che avesse 'toccato' il loro corpo. Fino alla sua morte, mia sorella Rita è rimasta a custodire quella via e ogni tanto raccoglieva e metteva gli oggetti da parte per Paolo. L'albero di via d'Amelio va protetto: è un simbolo, non uno sfondo per inutili passerelle politiche". Il riferimento è alla visita che il leader della Lega Matteo Salvini ha fatto in via d’Amelio qualche settimana fa. "Per questo propongo di costituire a sua difesa una 'scorta per la memoria', che tutti i giorni, almeno dal 1 primo di maggio al 30 di luglio, nei mesi delle stragi, custodisca quel luogo e quell'albero dalle 8 del mattino alle 8 della sera. Chi vuol partecipare all'iniziativa, a turno, faccia da scorta a Paolo e ai suoi ragazzi in via d’Amelio, come quei soldati che, per mesi dopo l'eccidio, fecero la guardia alla tomba di Paolo, al cimitero dei Rotoli di Palermo dov'era stato sepolto. Un giorno della nostra vita per chi ha sacrificato la sua vita per noi".

Foto © Paolo Bassani

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