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E’ stata chiesta dalla procura Generale di Palermo la conferma dell’obbligo di soggiorno per 3 anni ai danni dell’ex senatore Antonio D’Alì, disposto nel 2018 dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani.
Nei giorni scorsi si è svolta la discussione nel procedimento di appello. Il sostituto pg Rita Fulantelli ha chiesto la conferma della misura emessa in primo grado con cui si riconosce la "pericolosità sociale" dell'ex senatore di Forza Italia. Nel provvedimento di primo grado i giudici ritengono che D'Alì "ha mostrato di essere a disposizione dell'associazione mafiosa cosa nostra e di agire nell'interesse dei capi storici (...) come il latitante Matteo Messina Denaro e Salvatore Riina". La difesa dell'ex senatore e sottosegretario agli Interni ne ha chiesto la revoca. I giudici di appello si sono riservati ed emetteranno la decisione entro i termini previsti di 90 giorni. Dal 2011 Antonio D'Alì è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: è in corso a Palermo il processo in appello dopo che la Cassazione ha annullato con rinvio il precedente giudizio di assoluzione (e dichiarato prescritti i fatti precedenti al 1994).

Fonte: AGI

Foto © Imagoeconomica

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