Ma è ancora aperto il processo per concorso esterno
La Corte d'Appello di Napoli ha assolto "per non aver commesso il fatto" l'ex sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino, nel processo cosiddetto "Il Principe e la Scheda Ballerina", in cui l'ex coordinatore campano di Forza Italia era accusato del reato di tentato impiego di capitali illeciti con l'aggravante mafiosa, in relazione alla costruzione a Casal di Principe di un centro commerciale voluto dal clan dei Casalesi, ma mai edificato.
In primo grado Cosentino era stato condannato a cinque anni e mezzo di carcere dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere; oggi il procuratore generale aveva chiesto per Cosentino la conferma della condanna.
Sicuramente ci sarà da leggere le motivazioni della sentenza per comprendere i motivi per cui è stata ribaltata la sentenza. Si tratta della seconda assoluzione per l'ex uomo forte di Forza Italia dopo quella ricevuta nel processo sull'azienda di carburanti di famiglia.
In precedenza, infatti, l'ex sottosegretario del governo Berlusconi era stato assolto (in via definitiva) nel cosiddetto processo "Carburanti" dopo che nel giugno 2019 la cassazione ha rigettato il ricorso della Procura generale.
Oggi c'è chi grida all'assoluta innocenza di Cosentino e chi parla di persecuzione giudiziaria, ma certi fatti vanno ricordati.
Perché è ancora in corso il processo per concorso esterno in associazione camorristica.
Nel novembre del 2016, infatti, Cosentino è stato condannato in primo grado a 9 anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici (esclusa l'ipotesi del riciclaggio). Si tratta del cosiddetto processo "Eco4". L'ex politico viene descritto come il referente politico nazionale del clan dei casalesi, con il quale l'ex sottosegretario avrebbe stretto un patto di ferro per ottenere appoggio elettorale in cambio di un contributo ai camorristi. Secondo l'accusa Cosentino avrebbe favorito i fratelli Orsi,
imprenditori ritenuti vicini al clan Bidognetti, in un appalto vinto nel 1999. La gara cui fa riferimento il processo è quella indetta dal Ce4, consorzio di 20 Comuni del casertano che si occupava del ciclo dei rifiuti. Secondo i pm sarebbe stato proprio Cosentino a permettere ai fratelli Orsi di associarsi al consorzio creando la società mista Eco4 che ottenne poi affidamenti diretti.
Il processo riprenderà il prossimo 28 ottobre, quando dovrebbe essere sciolta la riserva sull'esame di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui Nicola Schiavone, figlio del capoclan Francesco "Sandokan" Schiavone.
Cosentino è stato poi condannato in via definitiva a 4 anni è per aver corrotto un agente della polizia penitenziaria mentre era detenuto. Mentre nell'ambito dell'inchiesta "P3" è stato condannato a 10 mesi non per i reati connessi all'associazione a delinquere ma per diffamazione e violenza privata nei confronti dell'ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro.
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