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di AMDuemila
L’autopsia conferma il massacro del giovane ragazzo: traumi multipli a collo, torace e addome
Il giudice: "I fratelli hanno raccomandato di tenere il silenzio"

"Due di loro saltavano sopra il corpo di Willy in terra e già inerme”. Una furia omicida. Una missione di morte messa in atto dal branco che senza alcuna pietà è arrivato ad accanirsi su un corpo inerme "saltandoci sopra" e "passandoci con i piedi". La ricostruzione fatta dai magistrati di Velletri su quanto accaduto la notte tra sabato e domenica scorsa a Colleferro restituisce un quadro di violenza "immotivata ed inaudita" ai danni di un giovane, Willy Monteiro Duarte, di appena 21 anni che "non c'entrava nulla" con la lite nata per un banale apprezzamento. Un quadro che presto potrebbe portare a un cambio del capo d’accusa più grave da omicidio preterintenzionale a volontario. Un "ah bella" rivolto ad una ragazza di un altro gruppo ha rappresentato la miccia ad una escalation di violenza culminata nel pestaggio mortale di Willy Monteiro. Dall'autopsia, svolta ieri pomeriggio all'istituto di medicina legale di Tor Vergata, durata circa tre ore, è emerso un quadro drammatico: sul corpo del giovane traumi ovunque distribuiti tra torace, addome e collo che hanno causato lo shock che ha indotto l'arresto cardiaco ma ulteriori accertamenti serviranno a definire quale colpo è risultato fatale al 21enne. Accertamenti sugli organi interni, su un corpo martoriato da chi - hanno detto i testimoni - sferrava colpi da professionista. Per il Gip di Velletri "sussistono senza dubbio i futili motivi nel caso di specie, in realtà, sostanziati quantomeno per i fratelli Bianchi, nell'assenza di alcuna plausibile ragione a motivo dell'aggressione". I due fratelli esperti di arti marziali estreme, dalle testimonianze citate nell'ordinanza, hanno un ruolo di primo piano nel pestaggio tanto che un teste afferma che il calcio che ha causato la morte di Willy è stato sferrato da Gabriele Bianchi. I due fratelli hanno cercato di allontanare le accuse, spiegando "di non avere colpito il giovane" ma di essersi limitati a "spintonarlo", come fanno i 'pacieri' mostrando "però una sostanziale indifferenza alle iniziative processuali intraprese nel loro confronti". Il Gip, nell’ordinanza di arresto, ha anche evidenziato contro i fratelli Bianchi “la loro incapacità di autocontrollo”. Entrambi, insieme a Pincarelli, nel corso dell'interrogatorio di garanzia “minimizzavano il fatto assegnandolo alla responsabilità di terzi”. "Ho visto sopraggiungere 'a palla' un'auto di grossa cilindrata - ha raccontato un testimone oculare -. Sono scese 5 persone", tra cui i due fratelli e un ragazzo con il braccio ingessato, "che si sono lanciate contro chiunque capitasse a tiro, sferrando calci e pugni e poi si accanivano contro Willy". I cinque erano stati avvisati da un loro amico che temeva che la lite scoppiata a poca distanza dal locale il "Due di picche" potesse degenerare. La posizione di Francesco Belleggia, l'unico dei quattro che ieri ha ottenuto gli arresti domiciliari, appare più sfumata. Pur "avendo dato origine e motivo alla discussione - ha scritto il Gip Giuseppe Boccarrato - poi posta a pretesto dell'aggressione, nel momento in cui i due fratelli Bianchi si accanivano su Willy e su un altro soggetto, si trovava impegnato in uno scontro verbale che, come ricavabile dalle dichiarazioni di due testimoni, aveva in un primo momento tentato di scongiurare, prestando le scuse per un fatto altrui, ed infine si era concluso senza violenza". Lo stesso indagato ha raccontato di avere visto i Bianchi picchiare assieme a Mario Pincarelli "selvaggiamente chi era sul posto" poi colpire "Willy repentinamente con un calcio al torace" e infierendo su di lui mentre si trovava a terra. Willy però "non c'entrava nulla" ma si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. E soprattutto davanti a persone di violenza feroce. Una violenza che prima investe l'amico di Willy e che poi travolge il 21enne accorso per difenderlo. Steso "con un calcio al torace" Willy si rialza, quasi un affronto per il branco che - dicono i testi - lo finisce con un pestaggio che dura quasi venti minuti. Attorno giovani, qualcuno fugge, qualcuno cerca di rianimarlo mentre ormai è esanime in terra. Il branco intanto fugge sul Suv. I carabinieri li rintracceranno in un bar. "Ricordo l'immagine di Willy steso a terra, circondato da quattro o cinque ragazzi che lo colpivano violentemente con calci e pugni - è stato il racconto di un amico, anche lui picchiato -. Non riesco a quantificare il tempo dell'aggressione ma posso solo dire che la violenza dei colpi subiti da me e Willy era inaudita".
Secondo quanto riportato presto potrebbero arrivare nuove iscrizioni nel registro degli indagati. L'attività di indagine dei carabinieri, coordinati dalla procura di Velletri, prosegue in queste ore con l'ascolto di altre persone presenti la notte tra sabato e domenica scorsa a Colleferro e che avrebbero avuto un ruolo nella rissa. Al momento il procedimento resta rubricato come concorso in omicidio preterintenzionale ma alla luce delle testimonianze raccolte il capo di imputazione potrebbe aggravarsi in omicidio volontario.
Ora si attende il dissequestro della salma per i funerali che probabilmente si svolgeranno sabato presso il campo sportivo di Paliano.

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