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di AMDuemila
La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha posto il suo sigillo, confermando l’esistenza e l’operatività dell’associazione dedita al narcotraffico, come contestata dalla Dda di Reggio Calabria nel procedimento denominato “Due Mari”. Infatti, i giudici di secondo grado, nelle motivazioni della sentenza, hanno spiegato che “non vi è alcun dubbio sull’esistenza di un’organizzazione criminale dedita al commercio di stupefacenti radicata in Calabria, nell’entroterra ionico della provincia reggina ed ancora più specificatamente a Platì, luogo di residenza dei principali associati e centro nevralgico dell’associazione, e nei paesi vicini, ma ramificata in altre parti del territorio italiano, nel veneziano, ed estero, America centromeridionale, capace di importare ingenti quantità di cocaina dall’America centromeridionale, da aprile 2013 a dicembre 2015”. Il procedimento d’appello si è concluso con 9 condanne e 3 assoluzioni per gli imputati alcuni dei quali risiedono tra i comuni della Locride di Platì, Ferruzzano, Careri e Gioiosa Jonica, coinvolti a vario titolo nell’inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e condotta in sinergia tra la Guardia di Finanza, la Polizia nazionale colombiana e l’agenzia antidroga Dea. Secondo la Corte, presieduta dal presidente Lucia Monaco, a latere Concettina Garreffa e Antonio Scortecci, l’organizzazione “era effettivamente diversa dall’associazione della stessa indole oggetto della sentenza (non definitiva) del Gup di Venezia del 9 ottobre 2019, come già precisato nella predetta pronuncia di condanna ed in conformità alle originarie scelte della Dda di Reggio Calabria e di Venezia”. Sempre secondo i giudici d’appello “Attilio Vittorio Violi era l’uomo di vertice esclusivamente dell’organizzazione veneziana, così come Franco Monteleone era esponente di primo piano solo all’associazione calabrese, mentre Pasquale Virgara era l’anello di collegamento dei due sodalizi ed apparteneva, per il parziale periodo di sottoposta operatività, ad entrambi”. Sul punto i magistrati ritengono che “più specificamente, il gruppo calabrese era imperniato sulle figure dei calabresi Franco Monteleone, Giuseppe Grillo, Pasquale Virgara e del colombiano Andreas Fernando Ramirez Rivera, ed aveva la sua base a Platì”. La Corte ha assolto Attilio Vittorino Violi, unico tra gli imputati che proveniva dal giudizio in ordinario che si era concluso con la condanna dell’imputato a 30 anni di reclusione in continuazione con altra sentenza di Venezia. Rispetto al primo grado del filone che si è tenuto con il rito abbreviato sono stati assolti Khalili Sultan Merhi e Giuseppe Cosimo Monteleone. I giudici reggini hanno rideterminato le pene per: Marius Daniel Fusa in 6 anni e 4 mesi di reclusione e 32mila euro di multa; Enzo Pescetelli in 8 anni e 4 mesi di reclusione e 32 mila euro di multa; Francesco Pellegrino, ritenuta la continuazione tra un reato contestato dalla procura reggina ed uno accertato con la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma, in 7 anni e 8 mesi di reclusione e 36mila euro di multa; Alba Mariela Osorio Ospina in 4 anni e 4 mesi di reclusione e 22mila euro di multa; Bruno Palmisano condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione, che, difeso dagli avvocati Marclo Tullio Martino e Alessandro Bavaro, è stato assolto dall’accusa di far parte di una associazione dedita al narcotraffico.
Altre pene rideterminate sono quelle di: Pasquale Virgara in 10 anni e 4 mesi di reclusione e 40mila euro di multa, Andrea Fernando Ramirez Rivera in 13 anni e 4 mesi di reclusione e 44mila euro di multa; Franco Monteleone in 18 anni ed infine Giuseppe Grillo in 18 anni e 4 mesi di reclusione.
La Corte, infine, ha disposto la trasmissione degli atti al pm per quanto di competenza in ordine a ulteriori violazioni del reato di acquisto, possesso e cessazione di droga nei confronti di alcuni degli imputati e per un soggetto non meglio identificato.

Fonte: Gazzetta del Sud

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