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di Davide de Bari - Video
"Bisogna arrestare Matteo Messina Denaro, inquina la vita pubblica del paese”. E’ così che è intervenuto il vice direttore de “L’Espresso”, Lirio Abbate, durante la trasmissione 'In Onda' su La7, parlando del suo ultimo libro U Siccu "Matteo Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi" (ed. Rizzoli). “In questo libro ho raccontato il motivo e il perché Matteo Messina Denaro è latitante dal 1993 e come tutto sia collegato. - ha detto - Oggi Messina Denaro è un affarista, come diceva Salvatore Riina. Messina Denaro è invisibile e ha fatto tanti affari con la politica anche di diverso colore, indistintamente. Ha fatto così tanti soldi che non li conta più, ma li pesa. Messina Denaro ha contatti non solo con la politica, ma anche con la ‘Ndrangheta e narcotrafficanti internazionali. Oggi fa l’imprenditore invisibile”. Secondo il giornalista di Messina Denaro oggi “non si conosce il vero volto, non si conosce il suo timbro di voce e le impronte digitali. Si conosce solo la sua violenza ed è molto amico dei Graviano. E’ un fantasma ed è per questo che oggi raccontiamo queste cose prima che accadano”. Per Abbate la primula rossa di Castelvetrano “va arrestato. Se tu non vedi il sangue per le strade, non abbiamo le stragi fortunatamente tu te lo dimentichi, invece, no! Bisogna arrestare Matteo Messina Denaro perché inquina l’economia legale, la politica perché permette a un prestanome di andare nei consigli comunali o nei consigli regionali, inquinando quella politica che altri pensano di fare nel modo migliore”.
Il libro di Lirio Abbate ha rivelato le informative del Gom in cui lo scorso maggio il boss stragista di Brancaccio, Filippo Graviano, esprimeva malumori per le puntate del programma “Non è L’Arena”. “I Graviano sono personaggi che dal carcere, attraverso i processi in cui sono imputati, riescono a lanciare dei messaggi intimidatori. - ha continuato Abbate - Perché Cosa nostra con tutte le informazioni segrete in possesso che hanno accumulato in quegli anni, riesce a minacciare e mandare messaggi a qualcuno. Questo è quello che fanno i Graviano”.
Il giornalista Lirio Abbate ha anche parlato delle scarcerazioni dei boss: “Se non avessi fatto il mio lavoro, non si sarebbe venuto a sapere della circolare. Ho raccontato la vicenda sull'Espresso, e ho dato merito a Giletti per la notizia. Bonafede è il ministro della Giustizia, lui non può conoscere certe notizie perché coperte da segreto. La responsabilità è del Dap”.
Nel programma, incalzato dai conduttori David Parenzo e Luca Telese, Giletti ha ribadito che a suo giudizio il ministro della Giustizia avrebbe dovuto dire: "Io non ho bisogno dei complimenti di un super boss", perché "essere silenti su una cosa del genere credo sia molto grave". Giletti ha poi ricordato una vecchia intervista in cui la moglie di Riina diceva all'intervistatore che alla fine si sarebbe capito che il peggio non è la Mafia. "Temo che sia così, che la moglie di Riina avesse ragione, temo - ha scandito Giletti - che continui a esserci profonda trattativa tra lo Stato e la Mafia".

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