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di AMDuemila
Sabato si è celebrato il 44esimo anniversario della morte di Vittorio Occorsio, assassinato da Ordine Nuovo

Il 10 luglio 1976 veniva assassinato, mentre si stava recando al lavoro a bordo della sua Fiat 125 special, Vittorio Occorsio, sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Roma. Il magistrato venne freddato con 32 colpi di mitragliatore esplosi dal neofascista Pierluigi Concutelli, appartenente al Movimento Politico Ordine Nuovo e alla loggia Camea (tessera n 4070). Occorsio aveva colto, attraverso le sue indagini, lo stretto legame esistente tra massoneria (loggia massonica segreta P2), sequestri e apparati deviati del Sifar; si era, inoltre, occupato del processo della strage di Piazza Fontana. Sabato scorso, in occasione del 44esimo anniversario del brutale assassinio, a Villa Leopardi si è tenuta la commemorazione. A parteciparvi diversi vertici istituzionali: il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi, il procuratore di Roma Michele Prestipino, il vicesindaco Luca Bergamo e un centinaio di cittadini. Tutti radunati davanti alla targa commemorativa che recita "Vittorio Occorsio, vittima del terrorismo". Un evento promosso dal nipote del magistrato, Vittorio Occorsio jr. "Il ricordo di mio nonno non riguarda solo me e la mia famiglia, ma la collettività e il Paese. È un pezzo di storia che non sembra così lontana, anche se sono passati 44 anni; a sentire certe testimonianze nonno Vittorio pare una persona dei nostri giorni. Che sarebbe stata utile in questo tempo".
"Cerchiamo di fare memoria senza retorica, dare un contributo di conoscenza e attenzione verso la storia, utile a leggere meglio l’attualità - ha aggiunto Vittorio Occorsio jr -. Quest’anno, in un momento di fortissima crisi della magistratura, è stato importante sentir parlare dello stile di lavoro del nonno, di un metodo investigativo fondato sulla conoscenza dei fenomeni, dell’indipendenza come valore per non farsi condizionare nelle scelte".
A distanza di 44 anni però, anche se sono stati condannati gli esecutori materiali del delitto, non si è ancora raggiunti alla verità e alla giustizia per quanto riguarda i mandanti. "Resta un vuoto non colmato", ha affermato Vittorio jr, che crescendo ha scoperto molte altre dinamiche sul nonno e sulla galassia neofascista che lo condannò a morte ed eseguì la sentenza: "Per esempio i legami tra terrorismo nero e criminalità organizzata, che il nonno aveva cominciato ad approfondire quando fu ucciso. So da chi, non so per conto di chi. Ma più che della sua morte mi interessa parlare della sua vita; fare luce sulla sua figura e lasciare in ombra quelle degli assassini. Anche per non alimentare ogni tentazione di fascinazione del male", ha concluso.

Fonte: Il Corriere della Sera

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